martedì 28 febbraio 2012

Come leggere libri belli

Allora, oggi vi spiego, anzi vi insegno come fare a leggere dei libri belli. È una tecnica che ho affinato negli anni, ed è ora giunta alla perfezione assoluta. Funziona. Funziona perfettamente. Quindi, se seguirete la procedura in 4 passi successivi che vi spiegherò, anzi vi insegnerò qui sotto, la vostra vita di lettori svolterà (in meglio, s'intende...).

Sentitevi liberi di inviarmi ringraziamenti (anche sotto forma di denaro) scrivendomi un messaggio sul nuovissimo account Facebook Manoel O. Dias (di modo che possa darvi le mie coordinate bancarie per il bonifico).

FASE 0 -- IL TEMPO

Per leggere dei bei libri, come prima cosa, bisogna avere il tempo di farlo. Se non si ha il tempo di leggere, uno può pure avere scaffalate e scaffalate di libri meravigliosi in casa, ma non ne leggerà nessuno. [Dite la verità, non vi aspettavate una roba così profonda e ragionata, eh? Mai sottovalutarmi! Mai!]

Io leggo in metro. Tutte le mattine e tutte le sere. Dal lunedì al venerdì. Quando vado al lavoro e quando torno dal lavoro. Sono circa 35 minuti all'andata, e lo stesso al ritorno. Devo cambiare linea a un certo punto, quindi i minuti effettivi sono di meno. Ma bastano.

FASE 1 -- L'ACQUISTO

Per leggere dei bei libri, è necessario acquistare, o prendere in prestito, dei bei libri. [Dite la verità, dopo quanto vi avevo detto sopra, non vi aspettavate di certo che la profondità e sagacia dei miei consigli potesse migliorare, vero?].

Io acquisto. Perché poi mi affeziono al libro e mi secca restituirlo. Però l'acquisto non è fondamentale, potete anche prendere i libri in prestito da un amico o un'amica, o andare in biblioteca. Insomma, fate un po' come cazzo vi pare.

Io acquisto molti libri usati. Non per tirchieria. Direi che è più che altro snobismo.

Per acquistare un libro bello il mio consiglio è questo: fidatevi. Fidatevi dei consigli della gente di cui ci si può fidare. Fidatevi dei pareri affidabili. Fidatevi delle dritte delle persone scaltre.

Vi faccio un paio di esempi.* Per esempio: se un libro ha vinto il Pulitzer Prize for Fiction, ci sono buone probabilità che non sia male. Altro esempio: se Pinco Pallino ha vinto il premio Noble per la Letteratura, non è da escludere che i libri di Pinco Pallino possano essere molto buoni. Poi: se tutte le riviste di letteratura intellettualoidi e fighette e puzza-sotto-al-nasate parlano bene di un libro, beh, potrebbe essere che il libro non sia da buttare via.

Eccetera.

Ecco. Questo intendo quando dico di fidarsi.

FASE 2 -- IL LUTTO POST LIBRO

Questa fase apparentemente inutile è in realtà estremamente importante. Il giorno che finisco un libro, proprio non riesco a iniziarne un altro. E questo non dipende nemmeno dall'ora in cui lo finisco, il libro. Non dipende da quanto mi sia piaciuto. Né da quanto fosse lungo, allegro, triste o whatever. Anche se finissi un libro alle 8 di mattina, so che non leggerei nient'altro fino alla mattina dopo.

Questo è il cosiddetto lutto post libro.

Se non lo fate già provateci. È bello. Dà tempo per rimuginare un po' sul libro appena letto. Per decidere quanto ci sia piaciuto. Eccetera eccetera.

Se aspettando il mattino dopo vi annoiate, fate altro. Giocate con l'iphone, mangiate cioccolata, o guardatevi a ripetizione video di Teledurruti.** Io faccio così.

FASE 3 -- LA SCELTA

La scelta del nuovo libro da leggere va fatta al mattino, appena sveglio. Mi alzo, mi faccio la doccia (ma non la barba), mangio uno yogurt (Activia, perché mi piacciono, non per stitichezza) e già pregusto il momento. Il momento in cui tutte le elucubrazioni della sera prima verranno spazzate via, tutti i "potrei leggere questo" avvenuti prima di adesso saranno ritenuti non validi, il momento in cui sarò lì in piedi di fronte allo scaffale a ispezionare le scritte su una fila di dorsetti colorati.

Succede sempre la stesa cosa. Scelgo il libro, lo infilo nella tasca della giacca, poi mi metto sciarpa e guanti, tracolla del laptop, apro la porta di casa e poi cambio idea. Torno allo scaffale, ai dorsetti colorati. Cambio libro. Così. Non so perché. E poi esco.

Di solito, il primo giorno che leggo un libro, mi dimentico di portarmi dietro un segnalibro. Succede quasi sempre, quasi tutte le volte. E me ne accorgo sempre alla fermata di Invalides, dove cambio metro. Merda! - penso richiudendo il libro e uscendo dal metro - il segnalibro! e cerco di memorizzare il numero della pagina perché - si sa - è vietatissimo fare le orecchie ai libri. Di solito me lo ricordo, il numero, perché è quasi sempre un numero basso e vicino al 10.

__________

* Illuminanti.
** Teledurruti mi manca tantissimo. Tantissimo.

3 commenti:

  1. Obiezione vostro onore! I libi si vivono e si posseggono! Ben venga fare l'orecchio, uno leggero leggero. e sottolineare, con la matita, of course. Per il resto concordo ed aggiungo un criterio: se sulla copertina del libro strilla qualcosa tipo "il nuovo >>romanzo pinco pallino famossissimo>>"", nel 90% dei casi è una pessima riscrittura gonfiata come caso editoriale. tipo ho visto un proliferare un nugulo di nuovi " il nome della rosa". ma per favore

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  2. la questione delle orecchie sui libri e' annosa e richiederebbe come minimo un simposio di almeno tre giorni per essere discussa appieno.

    :P

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  3. sono d'accordo con Midori - se il libro sembra fresco di libreria dopo che è stato letto, mi viene tristezza. orecchie, sì. sottolineare o scrivere, anche, ma solo con la matita. e poi la cosa migliore per me è regalarlo a chi penso possa apprezzarlo! sono bookcrosser dentro. e infatti una mia traduzione francese di Murakami ha fatto questo viaggio: comprato a Parigi per me da un'amica, passato da Milano e Istanbul, letto a Chiang Mai, ritornato a Istanbul, regalato a un'amica, che l'ha passata al fratello che l'ha passato alla sua ragazza, in Cappadocia, la quale poi è tornata a Tolosa, e ora l'ha ridato all'amica turca che ora abita a Parigi. credo che questa stia per rispedirmelo col nome e la data di lettura di tutti coloro che l'hanno avuto per le mani. meraviglia!!!

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