Ambientazione: taverna tradizionale cretese. Nessuno tranne noi parla una parola di inglese, ne' tantomeno qualsiasi altra lingua che non sia il greco.
Personaggi: la Tipsy, L., il babbo di L.* e il sottoscritto, Manoel O. Dias.
Insomma qua a Creta, dove siamo più o meno in vacanza, alla fine di ogni cena arriva il cameriere e porta il dessert offerto dalla casa. Il dessert è invariabilmente accompagnato dal Raki, una specie di versione greca della grappa, solo molto più cattiva.
Il cameriere, baffoni e capelli bianchi, si avvicina al tavolo, distribuisce i caratteristici bicchierini da Raki, poi prende l'ancor più caratteristica ampolla da Raki e inizia a mescere. Il padre di L. lo ferma con la mano.
- Cardiopaticòs!
si avventura in un improbabile greco improvvisato.
- Cardiopaticòs!
ripete, per essere sicuro che il cameriere abbia compreso che il suo rifiuto è legato solamente a dei problemi di tipo cardiaco.
Il cameriere si produce in un ampio sorriso e fa il gesto di bere direttamente dall'ampolla, poi afferra con fermezza la mano di un confuso padre di L. e la spinge verso il suo petto, e poi sotto la sua camicia nera, aperta a mostrare vello bianco e riccioluto.
La mano del padre di L. tasta, con imbarazzo, una scatoletta sottocutanea impiantata nel petto (sulla sinistra, per essere precisi) del baffuto cameriere.
- Aaaah! Hai il pacemaker!
esclama il padre di L., anche lui ora sorridente, gli occhi luccicanti.
Ed è toccante vederlo afferrare il braccio peloso del cameriere e guidare la sua mano dalle dita tozze e cicciotte verso il suo, di petto. Sotto la sua camicia. Verso la sua scatoletta sottocutanea impiantata nel petto (sulla sinistra, per essere precisi). Verso il suo pacemaker.
Ed ora se ci fosse un regista inquadrerebbe me e L. che ci asciughiamo, commossi, una furtiva lagrima, mentre i due anziani signori si scambiano sorrisi e affettuose e virili pacche sulle spalle.
____________________
* che ci segue anche quando andiamo in vacanza................
Personaggi: la Tipsy, L., il babbo di L.* e il sottoscritto, Manoel O. Dias.
Insomma qua a Creta, dove siamo più o meno in vacanza, alla fine di ogni cena arriva il cameriere e porta il dessert offerto dalla casa. Il dessert è invariabilmente accompagnato dal Raki, una specie di versione greca della grappa, solo molto più cattiva.
Il cameriere, baffoni e capelli bianchi, si avvicina al tavolo, distribuisce i caratteristici bicchierini da Raki, poi prende l'ancor più caratteristica ampolla da Raki e inizia a mescere. Il padre di L. lo ferma con la mano.
- Cardiopaticòs!
si avventura in un improbabile greco improvvisato.
- Cardiopaticòs!
ripete, per essere sicuro che il cameriere abbia compreso che il suo rifiuto è legato solamente a dei problemi di tipo cardiaco.
Il cameriere si produce in un ampio sorriso e fa il gesto di bere direttamente dall'ampolla, poi afferra con fermezza la mano di un confuso padre di L. e la spinge verso il suo petto, e poi sotto la sua camicia nera, aperta a mostrare vello bianco e riccioluto.
La mano del padre di L. tasta, con imbarazzo, una scatoletta sottocutanea impiantata nel petto (sulla sinistra, per essere precisi) del baffuto cameriere.
- Aaaah! Hai il pacemaker!
esclama il padre di L., anche lui ora sorridente, gli occhi luccicanti.
Ed è toccante vederlo afferrare il braccio peloso del cameriere e guidare la sua mano dalle dita tozze e cicciotte verso il suo, di petto. Sotto la sua camicia. Verso la sua scatoletta sottocutanea impiantata nel petto (sulla sinistra, per essere precisi). Verso il suo pacemaker.
Ed ora se ci fosse un regista inquadrerebbe me e L. che ci asciughiamo, commossi, una furtiva lagrima, mentre i due anziani signori si scambiano sorrisi e affettuose e virili pacche sulle spalle.
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* che ci segue anche quando andiamo in vacanza................