sabato 21 giugno 2014

Tipsy

Giovedì 8 maggio 2014, ore 20 circa

"Comunque non c'è fretta" dice L., e io corro alla cassa e impilo sul rullo rullante tutti gli acquisti acquistati. Pago con la carta, per fare più in fretta. Poi corro a casa.

Il libro The birth partner, che mi sono studiato durante questi nove mesi di gravidanza per arrivare preparato e consapevole al momento del parto, a un certo punto dice che i segni premonitori del travaglio imminente includono anche:
Non-progressing contractions - that is, contractions that continue without changing; they do not become longer, stronger, and closer together over a period of time. They sometimes last for hours and then subside before picking up again. These are pre-labor, or Braxton-Hicks, contractions. (see "False Labor, or Prelabor," page 49, and "Timing Contractions," page 53).
Dopodiché, spiega il libro, le contrazioni iniziano a divenire più intense, più lunghe e più ravvicinate. Siccome la faccenda di solito è piuttosto lunga (il prelabor può durare anche 24 ore, per dire...), le ostetriche che hanno seguito L. durante la gravidanza ci avevano istruito  di chiamarle non appena (traduco a braccio* dal loro libretto informativo):
le contrazioni siano dolorose, si ripetano a intervalli regolari di 5 minuti e durino almeno un minuto per un'ora consecutiva.
Se io mi ero limitato a leggere un solo libro sul parto, L. ne aveva letti circa un milione, e quindi ci sentivamo preparatissimi. Non dico invincibili, ma quasi. Padroneggiavamo alla perfezione la teoria del travaglio e del parto. Sapevamo tutto.

Arrivo a casa e la situazione è la seguente: L. avverte contrazioni non dolorose, o leggerissimamente dolorose, spaziate di 2 o 3 minuti e della durata di 30-40 secondi.

Scambio di sguardi perplessi.

Ma cos'è 'sta roba?
Boh...
Fanno male?
Ma no... Poco. Poco o niente...
Cronometriamole un altro po'...
...
...
...
...
Niente, sempre uguale... 40 secondi ogni 2-3 minuti...
Quindi?
Cos'è 'sta roba?
Boh...
Ma 'sta storia dei 5 minuti di intervallo?
Boh...
Ci hanno mentito... Le midwife ci hanno mentito...
Ma noooo...
Maledette...

Eccetera.

E capiamo che i nove mesi di studio matto e disperatissimo che stavano oramai volgendo al termine non ci sarebbero serviti proprio a niente.

Decidiamo quindi di chiamare l'ostetrica, che dopo una mezz'oretta arriva e visita L.


Breve riassunto in cui Manoel vi spiega come avviene il parto

Come tutti voi saprete, il parto si compie attraverso diversi stadi. Dapprima la cervice si assottiglia gradualmente, fino a diventare sottilissima. Poi si apre e inizia a dilatarsi. Centimetro per centimetro. Fino alla dilatazione completa che sono 10 centimetri. A quel punto c'è abbastanza spazio per fare uscire il bambinello o la bambinella.

Secondo The birth partner, la durata tipica dei vari stadi di dilatazione è la seguente:

  • fino a 3 o 4 cm di dilatazione: da qualche ora a 20 ore;
  • dilatazione dai 3 ai 5 cm: da 2 a 4 ore, talvolta di più; 
  • dai 5 agli 8 o 9 cm: molto veloce, dai 20 minuti alle 3 ore;
  • transizione (dalla fase di dilatazione alla nascita): da 15 minuti a un paio d'ore;
  • la nascita: da 15 minuti a più di 3 ore.

Giovedì 8 maggio 2014, ore 22 circa

La midwife si chiama Ans. E' alta, bionda, un'aria un po' altera, sdegnosa, distaccata. La meno simpatica tra tutte le ostetriche del centro che aveva seguito L. durante la gravidanza.

Ans è seduta sul letto e guarda assorta un punto molto lontano, in alto a destra davanti a lei. Poi toglie le dita dalla vagina di L. e dice che la cervice è ancora chiusa e spessa. In altre parole, siamo ancora prima della prima fase dell'elenco che avete appena letto qui sopra.

Probabilmente è stato un falso allarme. Il parto è ancora molto lontano, dice, e poi, rivolta a L., aggiunge: cerca di riposarti e dormire questa notte.

Saluta, sorride, e se ne va.

Un minuto dopo L. si contorce sul letto in preda a contrazioni dolorosissime. Dopo la visita della midwife (cioè un minuto prima) avevamo deciso di non cronometrare più gli intervalli tra una contrazione e l'altra, ma io un'occhiata all'orologio la do, e la situazione è la seguente: le contrazioni, ora dolorosissime, durano 30-40 secondi e sono intervallate da praticamente niente. Davvero niente. Pochi secondi.

Non capiamo cosa stia succedendo.

L. nei pochi secondi di pausa tra le contrazioni dice che se continua così per 20 ore lei non ce la fa. Mi sento svenire e mi viene da vomitare a ogni contrazione, dice, così non ce la faccio...

Chiamiamo quindi per una seconda volta Ans che, probabilmente levando gli occhi al cielo e scuotendo la testa ci dice: è impossibile che sia successo qualcosa. Ero lì poco fa e la cervice era chiusa e spessa. C'è ancora tanta strada da fare prima del parto.

E per il dolore lancinante durante le contrazioni?

Doccia bollente.

Riaggancio e siamo motlo molto perplessi.

L. si infila sotto la doccia e il box si appanna tutto. Io me ne sto lì fuori, inutile e pensoso. Tra i fumi del vapore, le chiedo come va'. Meglio, dice L., poco convinta.

Poi esce, fa la pipì e si accorge che sta perdendo sangue.

Al quarto quadretto di carta igienica che riemerge completamente rosso di sangue ri-ri-chiamiamo Ans.

Che un po' controvoglia dice: ok, arrivo. Non buttare la carta igienica sporca di sangue, aggiunge, così capisco meglio la situazione.

Ans arriva verso mezzanotte. Entra subito in bagno e esamina la tazza del cesso, non sciacquonata, dov'erano raccolti i pezzi di carta igienica rossi di sangue.

Mi guarda con un sorriso indulgente. Non è niente, è normale perdere un po' di sangue, sorride un po' tirata.

Poi si siede sul letto, tra le gambe di L. che giace distrutta. Le infila le dita dentro e il suo sorriso serafico si incrina. Sgrana gli occhi. Non dice niente per qualche secondo e poi.

"This. Is. Unbelievable..."

Le mie sopracciglia si alzano, accompagnate all'unisono da quelle di L., e Ans si ritrova addosso i nostri 4 occhi.

"You are dilated 6 cm! Unbelievable. This is unbelievable... We go to the hospital. Now!".

Frenetici preparativi. Ans chiama l'ospedale, composta ma senza perdere tempo. Io vado a prendere la valigia già pronta e il seggiolino da auto per il ritorno a casa, mentre L. si alza dal letto e, un po' stordita cerca di mettersi qualcosa addosso. Mette una giacca sopra al pigiama. E' scalza, e Ans le dice "mettiti le ciabatte più comode! dobbiamo andare subito!". L. esita e allora Ans prende la mie ciabatte, regalo di una zia dai gusti altalenanti, ciabatte morbidose e grandi come zattere, la destra porta il disegno di un orrido cane di qualche film Disney, e la sinistra reca la scritta Pongo, presumibilmente il nome del suddetto orrido cane Disneyano. Sono ciabatte di indubbia ed esagerata bruttezza.

Ed è qui che viene fuori la classe. L'indiscussa eleganza. Il fiero, intransigente portamento di L.

No. Io quelle ciabatte non me le metto!

E mentre Ans se ne sta lì, Pongo in una mano e sguardo interrogativo, L. cerca, trova, e calza delle ciabatte tinta unita, giallo chiaro, sobrie, decisamente più consone all'occasione.

Vado a prendere la mia macchina, dice Ans e corre giù, mentre io e L. la seguiamo, lentamente, lentissimamente, interrotti a ogni gradino da contrazioni.

Da quel momento in poi, Ans non riesce più a starmi antipatica. Diventa la persona che farà nascere la Tipsy, la nostra Tipsy. Non sbaglierà nulla, nemmeno i dettagli, nemmeno gli sguardi, le distanze, gli spazi, i silenzi. E io le voglio già un po' bene.


Venerdì 9 maggio 2014, ore 0.20 circa

Io e L. usciamo in strada. E da qui in poi sarà come essere in una puntata di ER - Medici in prima linea.

Si sente un clacson vociare, lungo e ripetuto. Abitiamo vicini a una popolare venue per concerti, e c'è spesso movimento in strada. Un idiota ubriaco barcolla in mezzo alla strada. Ans lo spinge a bordo carreggiata a colpi furenti di clacson, poi indietreggia in spericolata retromarcia fino a noi.

Saliamo in macchina e L. urla e si contorce a ogni contrazione. Ans e io cerchiamo di tranquillizzarla, con pochissimo successo.

Sento la testa! Sento la testa! Aaaaaaaah!

Fortunatamente l'ospedale è vicino al centro. Entriamo nel parcheggio, e Ans ferma la macchina più vicino possibile all'ingresso, scende e corre via, lasciando la porta spalancata. Scendete!, intima decisa e sicura. Scendiamo e la vediamo ritornare di corsa spingendo una sedia a rotelle.

Corridoio d'ospedale. Lungo corridoio d'ospedale. Visto esattamente di fronte. In fondo c'è una porta, chiusa, su cui si stringe piano piano l'inquadratura. La musica di sottofondo è quella di ER - Medici in prima linea.

La porta si spalanca con un wump! improvviso. Sulla sinistra un'alta e magra signora bionda corre, spingendo una sedia a rotelle dove siede, tra urla e contorsioni, una donna panciuta chiaramente agli sgoccioli di una gravidanza. Al loro fianco, più a destra, un uomo affannato e spettinato, corre ansimando, tirandosi dietro un trolley saltellante e un seggiolino da auto.

La donna sulla sedia a rotelle urla disperata Esce! Esce! Esce!!!

Siamo noi.

Arriviamo nella stanza dove ci aspetta Eveline, l'infermiera, che aiuta Ans a stendere L. sul letto. Un'occhiata all'orologio, Eveline scrive sul referto alla voce "ora del ricovero", 0:35. Mezzanotte e trentacinque.

Now it is very important that you listen to me, L., and that you do what I tell you to do, ok?

Ans è ferma e allo stesso tempo gentile, quasi dolce.

L. grida come una pazza indemoniata, ma una pazza indemoniata di classe. Un'indemoniata elegante.

Push!!!

E qui, sarà la suggestione data dalla circostanze diciamo eccezionali, sarà l'alterazione romanzante del ricordo di un evento primo e unico, sarà quel che sarà ma io credo proprio di aver sentito un Plop!, e di aver visto una testolina piena di capelli scuri sbucare all'improvviso tra la gambe aperte di una L. ululante.

Push!!!

E qui un secondo Plop! ed eccoti la Tipsy tra le braccia di Ans. Tutta intera. E' letteralmente saltata tra le braccia di Ans, una funambolica propulsione espulsiva l'ha sparata tra le braccia di Ans. E' di color grigio topo morto. Ma non faccio nemmeno in tempo a preoccuparmene che inizia a piangere e come per magia diventa tutta rosa. Tutta quanta rosa.

Eveline dà un'occhiata all'orologio e sotto la scritta: "ora del ricovero: 0.35" aggiunge: "ora della nascita: 0.47". Mezzanotte e quarantasette. Dodici minuti.

Faccio questo lavoro da più di vent'anni e non ho mai visto un parto primiparo così veloce, dice Ans, sorridendo, mentre Eveline annuisce e conferma.

E' record del mondo. Abbiamo infranto il record del mondo.

E' normale?, chiede L. guardando la Tipsy. Ha già recuperato il controllo di se e sembra si sia appena svegliata da un pisolino della domenica pomeriggio. Se la mia identità non dovesse essere tenuta segreta per ragioni di sicurezza nazionale posterei qui la foto che le ho fatto 10 secondi dopo il parto. Uno schianto.

Ma certo che è normale!, dice Ans. Le appoggia la Tipsy sul petto, lei smette istantaneamente di piangere e, senza che nessuno le abbia ancora spiegato niente, si mette a cercare la tetta con la bocca.

Bene.

Ho assistito al parto. Ero di fianco a L. quando ha sparato fuori la Tipsy. Ho tagliato io il cordone ombelicale, ho guardato e anche toccato la placenta, eccetera eccetera. Insomma, ho fatto anche tutte quelle cosa schifose post parto che i neo padri devono fare se vogliono dimostrare (o perlomeno fingere) di non essere dei veri cacasotto.


Venerdì 9 maggio, mattino.

Siamo davanti all'ospedale. Tutti e tre. Aspettiamo il taxi che ci porterà a casa. E io e L. siamo pronti a tutti gli errori che, in quanto genitori, saremo tenuti a compiere per aiutare la Tipsy a capire com'è che si fa.



__________

* Sì, certo, a braccio...


domenica 15 giugno 2014

Irragionevole ottimismo

Il post di questa mattina era, oggettivamente, un post irragionevolmente ottimista.

E quindi è stato decisamente indimenticabile arrivare a Santa Maria Maggiore e trovare Midori immobile sul marciapiede con in mano un cartello con scritto "Manoel O. Dias". Dall'altro lato della piazza Alex V. scrutava l'orizzonte, con gli occhi aguzzi.

Ecco. Quando succedono queste cose uno non puo' fare a meno di pensare che il mondo sia proprio un bel posto dove vivere.

O no?

I prossimi obiettivi sono una ceretta in un centro benessere di Bangkok in compagnia di Natalia Pi e una nottata in un laido night club a fare da spalla agli indiscriminati approcci amorosi di PuroNanoVergine.


Catch me if you can

Oggi alle ore 11 circa Manoel arriverà alla stazione Roma Termini. Camminerà trascinando il suo trolley verde per via Cavour, fino a Santa Maria Maggiore. Li devierà per via Urbana, che percorrerà tutta. Se possibile farà shopping. O si fermerà in un bar. Passerà accanto alla basilica di San Pietro in Vincoli, e proseguirà fino al Colosseo. A causa del caldo, ha deciso di indossare dei calzoncini corti grigi. Passato il Colosseo imboccherà via San Gregorio. Poi tutto dritto dritto fino alla stazione di Piramide, dove prenderà il trenino per l'aeroporto. Questo dovrebbe avvenire verso le 15 circa.

Quindi tutto con grande calma.

mercoledì 11 giugno 2014

Come fare soldi in Olanda

Entro all'ufficio postale con già pronta in mano la moneta da due euro. La appoggio sul banco e dico:
- Salve, vorrei un francobollo da due euro.
- Sono due euro e dieci, grazie.