Dunque, una città moderna è quello che si vede uscendo dalla stazione della RER, una città sfavillante, lucente, dinamica.
Ma questa è, come spesso accade, solamente metà della storia. Sì, perché se uscendo dalla stazione della RER invece di guardare dritto si guarda a destra, il nulla. Non c'è nulla. Transenne di cantieri edili, il cielo grigio d'inverno, e uno scheletro di casa in costruzione in lontananza, dolmen grigio su sfondo grigio. Anche la strada, che sulla sinistra sfreccia diritta tra i palazzoni, a destra sembra perdere sicurezza e determinazione e dopo qualche decina di metri si rassegna e muore.
Signore e signori, Parigi finisce qui. È un po' come essere alla fine del mondo. Ma il mondo vecchio, quello piatto, che aveva un bordo brusco, dove tutto spariva all'improvviso.
Insomma, c'era questo signore, di colore, tarchiato e con la faccia larga e serena, che incontravo spesso al mattino, uscendo dalla stazione della RER, alla fine di Parigi. Un'età tra i trenta e i quaranta, e stava sempre lì, in mezzo alla strada, tutto coperto da un piumino, una sciarpa e una berretta calata fino alle sopracciglia. Stava in mezzo alla strada, di fianco alle strisce pedonali, e stringeva in una mano una paletta rotonda e rossa con su scritto "Stop scuola".
Ora, io vi posso giurare che sono due anni che attraverso quella strada ogni mattina e non ho mai visto uno, dico uno!, scolaretto col la cartella in spalla. Se poi si aggiunge il fatto che io (scandalosamente) vado al lavoro alle 11, la cosa diventa ancora più incongrua. Per quale motivo ci si dovrebbe aspettare lo sgambettare di cartelle e zainetti a quell'ora? E poi: ma a cosa serve un lollipop-man nella strada meno trafficata di Parigi? Passano davvero pochissime macchine da lì. La strada non porta da nessuna parte, quindi praticamente zero macchine. Perché mai, quindi, qualcuno dovrebbe aver bisogno di un attraversatore pedonale? Per fare attraversare chi?
E infatti non ho mai visto nessuno aspettare il segnale del mio amico lollipop-man per attraversare quella strada. Anarchia totale. Anarchia senza sensi di colpa: ognuno passa quando vuole. E alle volte sembrava quasi che fosse lui ad inseguire i passanti, un po' in apprensione, per essere pronto, in posizione - le braccia allargate e l'inutilissima paletta agitata al vento - al momento del loro attraversamento.
Nessun scolaretto all'orizzonte. Mai. Una scena surreale. Ma, nonostante tutto, lui era lì. Serio in maniera quasi solenne. Serio e ligio, convinto e contento di fare bene, e apparentemente incurante della spaesata comicità del tutto. La faccia ferma ma sorridente, e la paletta rossa. Si vedeva che ci metteva dell'impegno, tutto qui.
Ora c'è un altro tizio, alle strisce pedonali. Bianco, tra i quaranta e i cinquanta, piccoletto, magrolino e annoiato. Si vede che non si impegna. Si vede che è svogliato e tira via. Si vede che non ci mette l'anima.
Peccato. Non è più la stessa cosa.
Eh, anche per me il bowling non è più lo stesso da quando hanno cambiato i gestori...Comunque passa da me e vai alla sezione premi!
RispondiEliminaAlex V
oddio, me l'ero perso!!! leggo praticamente tutti i vostri post, e mi ero perso quello!!! che figura... :-(
RispondiEliminacomunque, manoel e' lusingatissimo e sta cercando di capire come funziona sta cosa. immagino di non poter premiare voi, no? (cazzo)
Ahahha! No,non ci puoi premiare, però puoi sempre citarci nei ringraziamenti :P
RispondiEliminaAlex V
chi sa che fine ha fatto il lollypop-man precedente, spero gli sia successo qualcosa di bello, tipo una vincita al superenalotto o uno scatto di carriera (qual è il livello superiore per un lollypop-man?). purtroppo più si va avanti e più sembra che gente senza meriti occupi in modo indegno il posto di altre persone ben più capaci...
RispondiEliminaE.