sabato 23 marzo 2013

Books I read 14 - L'incanto del lotto 49, Thomas Pynchon

L'incanto del lotto 49 inizia così:
Un pomeriggio d'estate Mrs Oedipa Maas, rincasando da un party Tupperware in cui la padrona di casa aveva messo forse un po' troppo kirsch nella fonduta, scoprì che lei, Oedipa, era stata nominata esecutore o - meglio, a suo parere - esecutrice testamentaria di un certo Pierce Inverarity, un magnate immobiliare californiano che una volta nel tempo libero aveva perso due milioni di dollari, ma possedeva ancora beni in quantità, e abbastanza aggrovigliati da renderne l'inventariazione tutt'altro che una passeggiata.
ed è un libro di 174 pagine e, secondo il TIME Magazine, una tra le migliori 100 opere in lingua inglese scritte dal 1923* al 2005.

Sono felice di recensire questo libro per un motivo prettamente egoistico: Thomas Pynchon stava diventando per me un motivo di imbarazzo. Pynchon è considerato uno dei giganti della letteratura contemporanea americana. Forse il maggiore scrittore americano vivente. Ed io, come forse avrete avuto modo di capire leggendo le mie passate recensioni, provo una certa fascinazione per la letteratura americana. Non aver mai letto nulla di Pynchon era quindi per me motivo di profonda vergogna, specialmente se si considera il fatto che ci avevo provato, e più volte!, a leggere qualcosa di Pynchon. Senza successo.

Tutto iniziò con l'acquisto, un paio d'anni fa, di Gravity's rainbow (in lingua), acclamatissima sberla da 800 pagine, la cui lettura abbandonai a pagina due (2), per mia manifesta incapacità di capire cosa stesse succedendo. Poi tentai un secondo timido approccio a V. (sempre in lingua), opera prima di Pynchon (e altra sberla di svariate centinaia di pagine). Stesso risultato. Lettura interrotta a pagina cinque (5) per impossibilità di proseguire dovendo cercare sul vocabolario una parola su due.

Serviva, chiaramente, un cambio di strategia.

Cambio di strategia che mi portò a leggere, in italiano, il più breve dei romanzi di Pynchon, dal bizzarro titolo (preso a prestito dal gergo delle aste):  L'incanto del lotto 49 (l'incanto è la vendita di un bene a un'asta, e il lotto è, per l'appunto, il bene che si sta vendendo).

Protagonista de L'incanto del lotto 49 è Oedipa Maas, che si ritrova, inaspettatamente, a dover gestire in qualità di esecutrice testamentaria le pratiche inventariali per l'eredità di Pierce Inverarity, suo ex amante multimiliarario. A causa di una serie di francobolli in possesso di Inverarity, Oedipa scopre (o crede di scoprire, o crede che Inverarity le faccia credere di scoprire, eccetera) un sistema postale clandestino, chiamato Trystero (o Tristero). Trystero era un sistema postale concorrenta alla posta regolare, amministrata dalla compagnia Thurn und Taxis**. Nel 18-esimo secolo Thurn und Taxis sconfisse i concorrenti della Trystero, che però continuarono (o forse no) a mantenere un sistema postale clandestino. Eccetera.

Se state pensando che la trama sia folle, beh, non posso darvi torto.

Quello che posso dirvi, però, è questo: sebbene abbia letto le prime 70 pagine del libro tra perplessità e vistose alzate di sopracciglia, chiedendomi con sconforto ma dov'è che questo libro sta andando a parare, ho divorato febbrilmente le restanti 100 pagine, travolto insieme a Oedipa dal mistero del Trystero.

Il finale, celeberrimo, geniale, sardonico e spiazzante non ve lo racconto.

Leggetelo. Davvero, leggetelo.

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* Ero convinto che la data fosse stata scelta appositamente per escludere l'Ulisse di Joyce, pubblicato nel 1922, e chiaro spartiacque tra il prima e il dopo. In realtà il 1923 è, molto più semplicemente, l'anno di fondazione del TIME Magazine.
** Thurn und Taxis è esistito davvero: era un casato nobiliare che contribuì, a partire dal 1400, alla creazione e diffusione di un sistema postale in tutta Europa.

martedì 12 marzo 2013

Non si finisce mai di imparare

Essendo spessissimo in viaggio per lavoro, sono anche spessissimo in albergo. E se c'è una cosa che odio negli alberghi sono le grucce da hotel. Per essere sicuro che capiate a cosa mi riferisco, copio qui sotto una foto che ritrae, sulla sinistra, due grucce normali e sulla destra, invece, due famigerate grucce da hotel.



L'idea è semplice: si parte dal presupposto che il cliente sia un ladro, e quindi si corre ai ripari per evitare che rubi le preziosissime grucce.

La cosa che mi fa imbestialire delle grucce da hotel è che tutte le volte che cerco di appendere il mio cappotto, o una camicia, o qualsiasi altra cosa, mi ritrovo praticamente dentro all'armadio a tirare, brigare, scuotere e bestemmiare contro queste cazzo di grucce antifurto. È ogni volta una lotta corpo a corpo. Che di solito perdo.

Anche l'altro giorno, all'hotel Campanile di Lyon, mi son ritrovato con testa, spalle e mezzo torace dentro all'armadio, gridando bestemmie nel vano tentativo di appendere una camicia.

Uscito dall'armadio mi sono beccato un'occhiata colma di compassione di L., che scuoteva la testa in direzione della camicia tutta storta e sgualcita sulla gruccia.

"Ma come cazzo si fa" (questo sono io in un maldestro tentativo di giustificare la mia maldestraggine) "ad appendere 'sta cazzo di camicia su 'sta cazzo di gruccia che non si stacca! Bisogna entrare dentro all'armadio per riuscirci, checcazzo!"

L'occhiata di compassione si è trasformata in un'occhiata di grande compassione. L., occhi levati al cielo come a dire Signore aiutami tu ha infilato una mano nell'armadio e, dopo un'agile e rapida manovra mi ha messo in mano questo:



No.... Dice Manoel con sguardo incredulo e imbambolato sulla gruccia, che rigira tra le mani, a bocca aperta.

Eh, sì. Mi fa lei.


Le grucce da hotel si staccano.

Pazzesco.

Pazzesco...

Chi l'avrebbe mai detto.


sabato 9 marzo 2013

Grillini (guest post)

Cari tutti, trovandomi indaffaratisimo in quel di Lione a mangiare interiora di maiale cucinate nei modi più svariati, ho poco tempo per postare. Prometto a (quello schianto di) L. (pure lei indaffaratissima a mangiar lionese) e a s. che cercherò di rispondere al più presto ai loro commenti (che condivido, probabilmente mi sono espresso non al meglio nel mio post) relativi al mio ultimo post sui risultati elettorali.

Nel frattempo, ricopio qui sotto alcune riflessioni sui Grillini che s. stesso mi ha inviato via mail.

Vi bacio tutte/i,

M.

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Provo per un attimo a fare un discorso serio. Premetto che la cosa mi sembra difficile essendo io, fondamentalmente, un patacca ma ci provo al meglio delle mie possibilità.

Premesso che, come ci siamo detti mille volte, questo movimento è stato eletto democraticamente e quindi ha tutto il diritto di comportarsi come meglio crede (ovviamente nell'ambito della legalità) tuttavia c'è una cosa che non capisco. Perché è necessaria tutta questa violenza e questo disprezzo per chi non la pensa come loro?

In questi giorni cerco di leggere il più possibile articoli o blog che tentano di descrivere questo movimento e le persone che lo compongono. La cosa interessante però non sono tanto questi articoli (spesso critici) ma sopratutto i commenti che alcuni utenti scrivono in risposta. Quelli che non sono d'accordo con le critiche al movimento spesso hanno come unica risposta un'insulto o un'offesa a livello personale.

Che sò: il sito di repubblica mette on line l'Amaca di serra e subito uno scrive il commento:

- sei uno stronzo!
- non capisci un cazzo
ecc

Quando non c'è l'insulto c'è invece la professione di mala fede. Uno dei commenti ricorrenti è:

- scrivi male del movimento perché vogliamo togliere i finanziamenti pubblici ai giornali e quindi tu hai paura di perdere il lavoro.

- scrivi così perché tu sei legato ai partiti e, visto che noi volgiamo eliminarli tutti, poi non avrai nessuno che ti pagherà lo stipendio.

In conclusione se provi a muovere una critica al movimento hai uno dei seguenti problemi:

1) sei stronzo;
2) sei in malafede.

Bada bene che è molto difficile trovare qualcuno che argomenti il dissenso.
La mgliore risposta che ho trovato è:

-qual è l'alternativa? fanno tutti cacare...

Insomma io non capisco una cosa: è possibile non essere d'accordo con il movimento perché si hanno idee diverse (ma legittime come le loro)?

Si potrebbe argomentare che non tutto il 25% degli elettori commenta i blog oppure è d'accordo con questo modo di fare ma a me sembra che tutto nasca da Grillo.

Vorrei tanto trovare qualcuno che ha votato il movimento, o ancora meglio che ne fa parte, che mi spieghi questa cosa.

s.