giovedì 25 ottobre 2012

Books I read 10 - Solar, Ian McEwan

Solar inizia così:
He belonged to that class of men - vaguely unprepossessing, often bald, short, fat, clever - who were unaccountably attractive to certain beautiful women.
ed è un libro molto divertente di 283 pagine.

Il protagonista del libro, Michael Beard, di lavoro fa il fisico teorico ed ha vinto un premio Nobel per la fisica. È quindi famoso, strapieno di onorificenze accademiche, membro di mille comitati di consulenza, perennemente in viaggio per partecipare a congressi a cui è stato invitato, eccetera eccetera.

Però, Michael Beard è frustrato e insoddisfatto, perché dopo aver pubblicato il lavoro che gli è valso il premio Nobel, non ha più combinato nulla. Non ha più avuto nessuna idea valida, non ha più avuto alcuno slancio creativo. Niente. Niente di niente.

Inoltre, Beard è un tipo trasandato e sregolato, con alle spalle un numero di matrimoni che sono naufragati tra tradimenti e negligenze. Non è chiaro che cosa voglia fare della sua vita, non è soddisfatto, è una persona decisamente meschina e dalla dubbia moralità. Ma nonostante tutto non riesce proprio ad essere antipatico.

Tutto cambia quando, a seguito di una serie di eventi fortuiti che si incastrano uno via l'altro, Beard torna fortunosamente alla ribalta. E gran parte del libro descrive la nuova ascesa di Mister Beard.

[E tra parentesi aggiungo che, essendo tecnicamente un collega di Beard*, sono rimasto molto colpito dall'esattezza e precisione quasi chirurgica con cui McEwan ha saputo rappresentare il mondo accademico, con tutte le sue frustrazioni, invidie, egocentrismi (il Beard post-Nobel), ma anche con la candida, curiosa, entusiastica passione per ciò che non capiamo (Aldous, il giovane post-doc che provocherà la svolta nella vita di Beard).]

Il finale della storia, va detto, è un precipitando geniale.

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* No, non ho ancora vinto il Nobel. Per quello dovete aspettare ancora un po'.

mercoledì 24 ottobre 2012

Se mi manchi io cago

Come ben sapete, L. è partita per i Paesi Bassi e mi ha lasciato la sua gatta U., che i più fedeli lettori di questo B.L.O.G. già conoscono.

Come ben sapete, viaggio molto, e quindi U. viene spesso lasciata alle amorevoli cure della vicina di casa, C. (che Dio la benedica).

Nonostante C. sia bravissima e non si limiti a nutrire U., ma cerchi anche di intrattenerla con mille giocattolini (ha riempito la casa di topini di gomma che fanno SQUEAK!!! se qualcuno, inavvertitamente, li pesta) a U. non piace per niente essere lasciata da sola.

Inoltre, come ben sapete, io piaccio molto alle donne.

E U. è una donna.

Quindi se la lascio sola lei soffre e, al mio ritorno, caga. Fuori dalla lettiera. Sul parquet.

La troia.

[...]

La cacca come segno di amore: l'ultima frontiera di questo terzo, malandato, millennio.

martedì 23 ottobre 2012

Due cose, anzi tre

PRIMA COSA

Ritornato dopo un weekend bellissimo a Dublin.

L. è nei Paesi Bassi, io a Parigi. Ho dormito sessanta ore e ho ancora sonno. Una lista infinita di cose da fare al lavoro ma sono ancora tenacemente a letto (buuu! buuu! buuuu! vergogna!). Montagne arretrate di mail a cui rispondere, di viaggi da organizzare (AAA segretaria cercasi), di post da scrivere e da leggere.

In altre parole: aiuto.

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SECONDA COSA

Allora, questo blog solitamente viaggia sui 20 accessi al giorno, mentre il 19 ottobre ha avuto un record pazzesco di 104 (cento-e-quattro) accessi. Tutti dall'Italia.

Chi è stato?

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TERZA COSA

Non aggiorno il blogroll da secoli. Ho cercato un po' ma non so decidermi. Avere qualche blog frivolo da consigliare?

lunedì 22 ottobre 2012

Tutta colpa di L.

Guinness, Smithwick's, Oscar Wilde steso a Merrione Square, St. Stephen Green, Books Upstairs, la sfera dentro a una sfera dentro al Trinity College, The Winding Stair up- and down-stairs, la pizza di Ciao Bella Roma e gli spritz di Taste of Emilia, please respect the musicians at The Cobblestone, Sunday @noon e Francis Bacon, Iveagh Gardens, casa mia, the U2 studios tutti pieni di graffiti, the Ha'penny Bridge, le ostriche ai mercatini di Temple Bar, i ricordi di fronte a dove fu Gruel eccetera eccetera eccetera.

venerdì 19 ottobre 2012

--PAUSE--

Sono in una pausa di una quindicina di ore tra la quarta città dove ho vissuto e la quinta città dove ho vissuto nella mia lunga e avventurosa vita.

La pausa è la città dove vive L., una città nei Paesi Bassi.

Tra poche ore un aereo bianco-e-verde ci porterà su un isola verde-verde-verde dove piove sempre. Sopra alle case di mattoni, sopra ai leprechauns tristi*, sopra alle insegne dei pub, sopra tutto quanto.

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* Sì, sotto sotto sono tristi. Lo so.

giovedì 18 ottobre 2012

La mia vita in un mese

Ho vissuto in sei città diverse. Tre in Italia, una in Germania, una in Irlanda e una in Francia*.

E mi sono appena accorto** che in questo mese abbondante, a cavallo tra ottobre e novembre, passerò del tempo in cinque di queste città. Tutte tranne una!

Pazzesco.

Sarà come fare un riassunto di una vita.

Sarà una botta al core.

Sono partito stamattina da Parigi, e stasera ero in una pizzeria Teutonica con F., che è stato il mio capo per cinque anni. Ha compiuto 60 anni tondi tondi, F., e io gli ho portato una bottiglia di Champagne. Perché se la merita.

Sono solo alla prima tappa e già sono commosso.

Sarà un mese lunghissimo.

Lunghissimo.

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* E sì, ne sono abbastanza orgoglioso.
** Non ci avevo davvero fatto caso.

martedì 16 ottobre 2012

Buoni propositi

Da un po' di anni, dopo l'estate, con l'arrivo dell'autunno, penso ai buoni propositi per l'anno che verrà. I propositi vengono scritti, pensati, riscritti, ripensati, ed arrivano a una stesura definitiva il 31 di dicembre. Lo stesso giorno, rileggo i propositi scritti un anno prima e ne traggo le dovute conseguenze.

I propositi sono 10.

Non devono essere necessariamente delle cose importanti. Anzi. Spesso sono stupidaggini.

Per esempio, uno dei propositi per il 2010 (il primo anno per cui li ho scritti) era: "Lavarsi le mani spesso". Mi ero appena trasferito a Parigi, e mi ero preso per ben due volte in tre mesi una bella gastroenterite, che è quello che ti meriti se non ti lavi le mani ogni volta che entri nel metrò.

Nel 2011, invece, c'erano anche cose forti, del tipo: "Accoppiarsi".

Per il 2012, invece, i propositi più simpatici erano: "Svegliarsi un po' prima la mattina" e "Diventare Silver member di Air France".

Entrambi falliti.

Ma l'anno prossimo ci riprovo.

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P.S. Per i curiosi, nel 2010 ho totalizzato un punteggio di 5/10, nel 2011 4/10, nel 2012, per il momento, siamo a 3/10. Dal che se ne deduce che invecchiando peggioro.

domenica 14 ottobre 2012

Haute cuisine

Allora, ogni tanto io e L. facciamo gli sboroni* e andiamo a mangiare in ristoranti costosi. Ci piace mangiare bene, e quindi ogni tanto buttiamo via i soldi così.

Bene.

Ieri sera eravamo nei Paesi Bassi, nazione rinomata per la lunga e gloriosa tradizione culinaria**. Dopo aver pranzato in stile Dutch con un tristo tramezzino, presi dallo sconforto decidiamo di puntare, per la cena,  uno dei ristoranti più costosi del centro.

Insomma, uno di quei posti dove se chiedi al cameriere un consiglio su una bottiglia di vino da accompagnare al tuo piatto lui ti dice: "Attenda un attimo, Mister, Le mando l'espetro di vini" e ti si presenta un ragazzino effemminato che, con boccuccia a culo di gallina e mani giunte ti descrive ad uno ad uno, e con dovizia di aggettivi, tutti i vini che farebbero una porca figura se bevuti con quello che stai per mangiarti.

Ecco.

Di fianco a noi c'era un tavolo con due olandesoni che, per gridare al mondo la loro olandesità, hanno ordinato a fine pasto un bel cappuccino. Non paghi di aver assassinato in questo modo barbaro la loro costosissima cena, si son fatti mandare al tavolo il grande esperto di vini.

E vi giuro che non è stato per niente banale, né per me né per L., non scoppiare a ridere quando questi hanno chiesto al ragazzetto effemminato di consigliargli una buona grappa da accompagnare... al cappuccino!

Crsito! Al cappuccino!

Non so cosa cazzo gli abbia risposto il ragazzino effemminato, ma di certo non avrei voluto essere nei suoi panni in quel momento.

Comunque, noi a quel punto ce ne siamo andati decidendo di non tornare mai più.

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* Sì, sono romagnolo, e allora? :-P
** Crocchette e patate fritte. E poco altro.

mercoledì 10 ottobre 2012

Maledetti animali

Sono appena tornato a casa dal lavoro e la gatta, U., ha cagato ovunque tranne che nella sua cazzo di lettiera.

Maledetti animali.

Maledetti!

martedì 9 ottobre 2012

Manoel è un uomo molto affascinante e ora può dimostrarvelo

La casa che L. ha trovato nei Paesi Bassi è al momento sprovvista di internet e di domenica non è facile trovare un internet café aperto che mi permetta di stampare il biglietto del treno.

Il biglietto del treno mi serve per il lunedì. Mattina. Prestissimo. Perché ritorno a Parigi.

Esco ed entro in un bar con internet, ma non stampano, né sanno indicarmi dove trovare un internet point aperto di domenica.

Mi dirigo verso la stazione ferroviaria che, bizzarramente, si trova all'interno di un mall enorme. I negozi sono quasi tutti aperti, ma non trovo un internet point. C'è però un rivenditore di computer. Entro, pensando: forse loro sanno qualcosa.

Dentro c'è tanta gente e una signorina (bionda) in divisa mi si avvicina sorridendo. Le spiego il mio problema, cerco un internet point per stampare il biglietto del treno. Lei sorride e dice che se ho con me il file, o se posso recuperarlo su internet lo posso stampare lì. Perfetto, penso. La seguo fino a un computer, mi collego a gmail, scarico il biglietto e lei lo stampa. Me lo dà sorridendo: "Here it is!". Quanto costa?, chiedo io. "Nothing! Have a nice day!".

Non è fascino questo?

Ma c'è di più.

Vado a fare la spesa al supermercato vicino a casa. Per inaugurare la nuova casa di L. decido di comprare una bottiglia di chianti. Alla cassa una signorina (bruna) mi chiede se ho la tessera fedeltà del supermercato, perché il chianti è scontato solo in quel caso. No, non ho la tessera. Lei sorride, dice "no problem", tira fuori una tessera, la passa sullo scanner e mi sconta il chianti.

Non è forse fascino, questo?*

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* Per gli scettici. La settimana prima, sempre nei paesi bassi, ero alla ricerca di un internet point ove stampare un biglietto del treno (un altro, sono uno che viaggia parecchio). Il tizio (maschio) mi ha fatto pagare una stampa un euro e mezzo! Questo prezzo, chiaramente truffaldino, è spiegabile in un solo modo. Vedendomi così pieno di fascino, ed essendone lui totalmente sprovvisto, il tizio ha deciso di vendicarsi. Poveretto.

lunedì 8 ottobre 2012

Chi l'avrebbe mai detto

Cari tutti,

l'otto ottobre (ottottobre!) duemilaeundici, esattamente un anno fa, Manoel Octavio Dias scriveva il primo post di questo B.L.O.G., dall'intrigante titolo Essere stronzo oggi*.

Se volete il mio onesto parere: non l'avrei mai detto, che avrei scritto per un anno. Davvero. Non l'avrei mai detto. Quindi, lasciate che mi complimenti calorosamente con me stesso. Sono stato bravo. Bravissimo.

E adesso vi beccate pure le statistiche.

In questi 367 giorni**:

  • Manoel ha postato 162 volte (inclusa questa), il che corrisponde a un rate di un post ogni due giorni, 6 ore, 22 minuti e 13 secondi. Non c'è che dire, son numeri di tutto rispetto***;
  • il B.L.O.G. è stato letto 7192 volte (un accesso ogni ora, 13 minuti e 29 secondi);
  • commentato 360 volte (quasi una al giorno);
  • e "seguito" (nel senso dei followers) 25 volte.
  • Inoltre, Manoel ha recensito 9 libri (ma è rimasto indietro di un paio di recensioni), 10 aeroporti, qualche fumetto,
  • ed ha iniziato a redigere le sue memorie, in una serie a puntate intitolata Vita di M..
  • Manoel ha mantenuto il segreto sulla sua vera identità, ma in una occasione (solo una!) è stato smascherato.
  • Per finire, vi segnalo il post più letto, e vi consiglio però di rileggere anche il secondo post più letto.
  • Il post più commentato, se proprio volete saperlo, è questo qui.
Ho anche aperto una pagina feisbúc che è stata sommamente ignorata. Zero likes. Zero accessi. Zero tutto. Insomma, un trionfo.


L'obiettivo è arrivare a 10000 (diecimila) accessi entro la fine dell'anno.

Riuscirà Manoel a raggiungere i 10000 (diecimila) accessi prima della fine dell'anno?

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* Gran bel postª. Leggetelo.
** Un anno è fatto di 365 giorni, ma quest'anno è stato bisestile, e poi se si conta dall'otto ottobre all'otto ottobre va aggiunto un giorno in più, che sarebbe oggi. Il che fa 367.
*** Vero?

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ª Come tutti i post di questo blog, d'altra parte.

venerdì 5 ottobre 2012

Update

Brevissimo update.

Habemus casam! (E molto fica anche, lungo il canale).

Ma non abbiamo ritrovato nulla.

Cazzo.

[Aspettatevi a breve una serie di post celebrativi perché: (i) Manoel ha compiuto gli anni, e (ii) pure questo B.L.O.G. ha compiuto gli anni.]

martedì 2 ottobre 2012

Mondo di Merda

Nel weekend il nostro soggiorno olandese è stato interrotto da una gita in Belgio, a Bruxelles, causa matrimonio di una mia cara e vecchia amica.

Weekend strepitoso.

Poi torniamo a Amsterdam e furbamente lasciamo sul tram numero 9 una tracolla con dentro il laptop (quasi nuovo, un macbook pro 15'') di L., il suo passaporto, l'ipod, documenti riguardanti i suoi conti bancari e amenità varie.

Ci accorgiamo dell'accaduto poco dopo essere arrivati in albergo (ce l'hai tu il mio laptop? no ce l'hai tu! io? no, tu! come? oh cazzo cazzo cazzo cazzo).

Torniamo alla fermata del tram. Non sappiamo cosa fare. Aspettiamo il tram numero 9 e spieghiamo il tutto all'autista, che però, puttanazza miseria, parla malissimo inglese*. Fortunatamente sapevamo esattamente identificare il nostro tram (era partito da Amsterdam Centraal alle 20.14). Lo dico all'autista, che però non capisce bene, ma ci dice di salire con lui e ci fa scendere a una fermata dicendo: attraversate la strada e prendete il prossimo tram 9 nella direzione opposta. Dovrebbe essere quello giusto.

Lo facciamo, ma non e' il nostro tram. L'autista questa volta parla inglese ed è molto dispiaciuto per noi e controlla gli orari e ci fa scendere a una fermata dicendo che secondo lui uno dei prossimi 2 tram numero 9 che passeranno nella direzione opposta sarà il nostro.

Attraversiamo la strada e saliamo sul primo tram. Non è quello, ma l'autista (gentilissimo) ci conferma che il prossimo tram è il nostro. 20.14 Amsterdam Centraal. Deve essere lui.

Quindi aspettiamo. Saliamo ed è il nostro! Riconosco il bigliettaio dentro al suo gabbiotto. È lui. Io salgo in testa e spiego all'autista: "I left my laptop on the tram". E lui, immediatamente, risponde: "Not this one!". E come minchia lo sai, brutto testa di cazzo e figlio di troia, che non lo abbiamo lasciato sul tuo cazzo di tram? L. entra nel vagone di mezzo e chiede al bigliettaio che le risponde come l'autista. Notare prego che il laptop lo avevamo lasciato di fronte al suo gabbiotto. Poi iniziano a dirci che devono ripartire e che dobbiamo o scendere o restare a bordo, perché stiamo bloccando il tram. Io sbircio dentro al gabbiotto dell'autista e non vedo nulla. Non riusciamo a guardare dentro a quello del bigliettaio. Sia l'autista che il bigliettaio sono parecchio sgradevoli. Io chiedo all'autista, pur essendone sicurissimo: "Was this tram leaving Amsterdam Centraal at 20.14?" and he said: "I don't know. I cannot tell you". Brutto figlio di troia spero che tu muoia di morte lenta e dolorosa io lo so che questo è il tram giusto lo so perché ho riconosciuto quel figlioditroia del tuo collega.

A questo punto probabilmente facciamo un errore, perché scendiamo dal tram e chiamiamo la polizia. Che ci dice di fare una denuncia l'indomani. A questo punto siamo vicinissimi al capolinea, quindi ci basta attraversare la strada e riprendere il tram del figlio di troia nell'altra direzione. Il tram arriva e passa la fermata senza fermarsi. Panico. Saliamo sul tram 9 successivo**. Spiego all'autista che ci siamo dimenticati il laptop sul tram di fronte al suo e gli chiedo se puo' confermarmi che quello è il tram che è passato da Centraal alle 20.14. Gli chiedo perché il tram precedente non si sia fermato e lui dice che è perché ha finito il turno e va al deposito. Ci dice dov'è il deposito, vicino a Amstel Station.

Scendiamo dal tram per prendere il bus per Amstel ma vedo una macchina della polizia. La fermo e spiego tutto. Loro ci caricano e ci portano al deposito dei tram. Il poliziotto parla col tipo dell'ufficio al deposito. Fa una telefonata e ci dice che qualcuno avrebbe controllato il tram e richiamato. Dopo qualche minuto arriva la chiamata e sul tram, ovviamente, non c'è niente.

A quel punto spiego a lui e al poliziotto che l'autista del tram 9 è una enorme testa di cazzo e che si è rifiutato di dirmi se quello fosse il tram delle 20.14. L'autista si beccherà un warning con il quale si pulirà allegramente il culo. Eccellente.

La serata è proseguita alla centrale di polizia per denunciare il tutto, e alle 4 di mattina eravamo a letto.

Dubito fortemente che rivedremo mai laptop, passaporto ecc... Ma vi terrò informati in caso succeda qualcosa.

Comunque bisognerebbe cercare di capire perché siamo in un mondo così lontano da quello ideale.

Magari prima o poi ci scrivo un post, su questa cosa qui...

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* Sì, siamo incappati nell'unico abitante di Amsterdam che non parla inglese, cazzo.
** Questo è il primo inseguimento della storia fatto in tram...