venerdì 19 aprile 2013

Books I read 15 - Verso Occidente l'Impero dirige il suo corso, David Foster Wallace

Verso Occidente l'Impero dirige il suo corso* inizia così:
Anche se Drew-Lynn Eberhardt era molto prolifica e Mark Nechtr no, quel primo anno Mark era benvoluto da noi tutti al corso di scrittura della East Chesapeake Tradeschool, e D. L. no.
ed è un'acrobatica cover letteraria di 234 pagine eseguita da David Foster Wallace.

"Una cover è la reinterpretazione o il rifacimento di un brano musicale - da altri interpretato e pubblicato in precedenza - da parte di qualcuno che non ne è l'interprete originale"**. Bene. David Foster Wallace ha fatto la stessa cosa con un libro***: Lost in the funhouse di John Barth.

John Barth è considerato uno dei padri della metafiction, ovvero la letteratura che mentre narra parla di se stessa. In Lost in the funhouse, infatti, Barth interrompe in continuazione il racconto per ricordare al lettore che in realtà quello che sta leggendo è fiction, è una storia inventata, scritta da qualcuno, scritta proprio per lui. Metafiction: ovvero letteratura che riflette su se stessa mentre racconta una storia****.

Date queste premesse, è chiaro che uno dei maggiori rischi che corre un autore di metafiction è quello di cadere in un compiaciuto ed eccessivo virtuosismo letterario. Il rischio è di aggrovigliarsi e intrappolarsi nell'autoreferenzialità. Ed è proprio questo virtuosismo esasperato che Wallace definisce, nel suo libro, un  modo di scrivere "guarda, mamma, senza mani!"

A complicare ulteriormente l'intreccio di livelli di lettura possibili e il vortice di connessioni tra le due opere c'è il fatto che John Barth, autore (vero) di Lost in the funhouse, è anche un personaggio (fittizio?) di Verso Occidente l'Impero dirige il suo corso. Nel libro di Wallace John Barth è il professor Ambrose***** e impersonifica niente meno che se stesso: un professore di scrittura creativa, autore di un racconto intitolato Lost in the funhouse.

Il racconto di Barth inizia così:
For whom is the funhouse fun? Peraphs for lovers.
e Wallace gli fa il verso con questa poesia,
For lovers, the Funhouse is fun.
For phonies, the Funhouse is love.
But for whom, the proles grouse,
is the Funhouse a house?
Who lives there, when push comes to shove?
una provocazione che Drew-Lynn scrive di nascosto alla lavagna, subito prima di una lezione del professor Ambrose.

Che cos'è, quindi, Verso Occidente? Una parodia? Un affettuoso omaggio? Una feroce critica? Un'apologia? Un virtuoso esercizio di stile? Uno scimmiottare canzonatorio?

Non lo so. Ma anche assumendo che si tratti di una feroce critica, chi scriverebbe 234 pagine di feroce critica su qualche cosa che non consideri molto importante?******

E ancora: per chi (For whom?) è stato scritto Verso Occidente? Per compiacere il suo stesso autore? Per irritare John Barth? È stato scritto per i sostenitori (o i detrattori) della metafiction? Per chi ha amato (o odiato?) Lost in the funhouse?

Molto più verosimilmente, Verso Occidente è stato scritto per chiunque voglia leggerlo. E per raccontare una storia. Perché nonostante l'intricatissima impalcatura multi- (e meta-)livello che gli dà forma, Verso Occidente resta una storia, e non un esperimento (meta-)letterario. Una bella storia.

E il genio di Wallace stà proprio nell'avvicinarsi pericolosamente all'invalicabile linea di demarcazione del "guarda, mamma, senza mani!". Arrivarci vicinissimo, a questa linea, senza mai attraversarla.

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* Verso Ocidente l'Impero dirige il suo corso è in realtà l'ultimo, e il più lungo, dei racconti che formano la raccolta Girl with curious hair. Verso occidente non appare nella versione italiana del ibro, La ragazza dai capelli strani, ma è stato pubblicato da Minimum Fax come libro a se stante.
** http://it.wikipedia.org/wiki/Cover
*** La cui traduzione italiana è al momento abbastanza introvabileª.
**** Il modo più semplice per capire cosa sia la metafiction è leggere un pezzo di metafiction.
***** E sì, ebbene sì: Ambrose è il nome del protagonista di Lost in the funhouse.
****** Ed è noto come per Wallace Lost in the funhouse fosse stata una lettura fondamentale, si veda D. T. Max, Every love story is a ghost story: a life of David Foster Wallace.
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          ª Ma io ne ho una copia in lingua originale e quindi aspettatevi a breve una recensione.

lunedì 15 aprile 2013

Tutta una questione di spazio

Ero piccolo, non ricordo l'età, ma qualcosa come 4 o 5 anni, o giù di li. Mia madre aveva comprato non so che prodotto al supermercato, e c'era attaccata una di quelle cartoline da concorso a premi. "Spedisci la cartolina e vinci 100 pianoforti!" era scritto a caratteri dorati.

Mia madre compilò la cartolina e disse, dubbiosa, "Ma sì, dai, proviamo...".

E io scoppiai a piangere. Proprio una crisi di panico pazzesca. "No, mamma, non spedirla!" strillavo tra le lacrime, "Non spedirla! Per favore...".

Mia madre, perplessa, mi chiese come mai non volessi partecipare all'estrazione dei premi.

Ed io, tra disperati singhiozzi, "Ma se vinciamo, mamma, dove li mettiamo cento pianoforti!".

sabato 6 aprile 2013

Chi mi legge quando non scrivo?

È vero. Scrivo poco. In questo periodo scrivo decisamente poco. Ma tornerò, vi prometto che tornerò ai ritmi consueti.

In queste settimane di semi-latitanza mi ponevo questa domanda: ma quando non scrivo, chi legge il mio blog? Perché, anche se è vero che gli accessi sono meno, non sono così tanti meno.

Allora sono andato a controllare le search keywords tramite le quali ignari visitatori sono capitati tra queste pagine. Ed ho capito che si tratta di:

- novizi alle prese con l'abc dell'igiene personale ("pulirsi il culo ogni giorno");

- audaci sperimentatori di Haute cuisine ("mangiare l'ananas sul cazzo");

- poeti frustrati in cerca di ispirazione ("poesie sul pisello");

- gente che, come me, si riduce sempre all'ultimo momento ("fa che il giorno non finisca mai").

A presto. Davvero. A presto.