Solar inizia così:
Il protagonista del libro, Michael Beard, di lavoro fa il fisico teorico ed ha vinto un premio Nobel per la fisica. È quindi famoso, strapieno di onorificenze accademiche, membro di mille comitati di consulenza, perennemente in viaggio per partecipare a congressi a cui è stato invitato, eccetera eccetera.
Però, Michael Beard è frustrato e insoddisfatto, perché dopo aver pubblicato il lavoro che gli è valso il premio Nobel, non ha più combinato nulla. Non ha più avuto nessuna idea valida, non ha più avuto alcuno slancio creativo. Niente. Niente di niente.
Inoltre, Beard è un tipo trasandato e sregolato, con alle spalle un numero di matrimoni che sono naufragati tra tradimenti e negligenze. Non è chiaro che cosa voglia fare della sua vita, non è soddisfatto, è una persona decisamente meschina e dalla dubbia moralità. Ma nonostante tutto non riesce proprio ad essere antipatico.
Tutto cambia quando, a seguito di una serie di eventi fortuiti che si incastrano uno via l'altro, Beard torna fortunosamente alla ribalta. E gran parte del libro descrive la nuova ascesa di Mister Beard.
[E tra parentesi aggiungo che, essendo tecnicamente un collega di Beard*, sono rimasto molto colpito dall'esattezza e precisione quasi chirurgica con cui McEwan ha saputo rappresentare il mondo accademico, con tutte le sue frustrazioni, invidie, egocentrismi (il Beard post-Nobel), ma anche con la candida, curiosa, entusiastica passione per ciò che non capiamo (Aldous, il giovane post-doc che provocherà la svolta nella vita di Beard).]
Il finale della storia, va detto, è un precipitando geniale.
__________
* No, non ho ancora vinto il Nobel. Per quello dovete aspettare ancora un po'.
He belonged to that class of men - vaguely unprepossessing, often bald, short, fat, clever - who were unaccountably attractive to certain beautiful women.ed è un libro molto divertente di 283 pagine.
Il protagonista del libro, Michael Beard, di lavoro fa il fisico teorico ed ha vinto un premio Nobel per la fisica. È quindi famoso, strapieno di onorificenze accademiche, membro di mille comitati di consulenza, perennemente in viaggio per partecipare a congressi a cui è stato invitato, eccetera eccetera.
Però, Michael Beard è frustrato e insoddisfatto, perché dopo aver pubblicato il lavoro che gli è valso il premio Nobel, non ha più combinato nulla. Non ha più avuto nessuna idea valida, non ha più avuto alcuno slancio creativo. Niente. Niente di niente.
Inoltre, Beard è un tipo trasandato e sregolato, con alle spalle un numero di matrimoni che sono naufragati tra tradimenti e negligenze. Non è chiaro che cosa voglia fare della sua vita, non è soddisfatto, è una persona decisamente meschina e dalla dubbia moralità. Ma nonostante tutto non riesce proprio ad essere antipatico.
Tutto cambia quando, a seguito di una serie di eventi fortuiti che si incastrano uno via l'altro, Beard torna fortunosamente alla ribalta. E gran parte del libro descrive la nuova ascesa di Mister Beard.
[E tra parentesi aggiungo che, essendo tecnicamente un collega di Beard*, sono rimasto molto colpito dall'esattezza e precisione quasi chirurgica con cui McEwan ha saputo rappresentare il mondo accademico, con tutte le sue frustrazioni, invidie, egocentrismi (il Beard post-Nobel), ma anche con la candida, curiosa, entusiastica passione per ciò che non capiamo (Aldous, il giovane post-doc che provocherà la svolta nella vita di Beard).]
Il finale della storia, va detto, è un precipitando geniale.
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* No, non ho ancora vinto il Nobel. Per quello dovete aspettare ancora un po'.
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