VITA CINEMATOGRAFICA DI M.
M. non è mai andato molto al cinema, ma non sa spiegare bene il perché. Probabilmente il problema è che una birretta in un pub batte sempre un cinema, come proposta per una serata.
Due periodi della vita di M. fanno eccezione a questa regola.
Uno è il periodo universitario, specialmente i primi due anni, quando M. abitava vicinissimo a un cinema (l'Apollo) che proiettava film delle stagioni passate a mille lire (sì! lire! M. si sente così vecchio se ci ripensa...) a serata. All'Apollo M. ha sghignazzato vedendo Frankenstein Junior, ha dormito di fronte a Il cielo sopra Berlino*, ha espresso sdegnosa sufficienza dopo la sventurata proiezione di Braveheart, e ha sgranocchiato chili e chili di pop-corn.
Il secondo periodo è il periodo dublinese, dove M., spesso per mancanza di alternative culturali valide, si infilava con la sua amica L. all'IFI (Irish Film Institute), pressoché unico cinema cosy e non holliwoodiano della città. Lì ha visto il suo primo Truffaut (I quattrocento colpi), un'epica rassegna su Paolo Sorrentino (cortometraggi inclusi), il tarantinante Inglorious Basterds, l'Away we go sceneggiato da Dave Eggers (uno dei miti letterari di M.), e tanti altri.
Al momento, non è ancora stato girato nessun film, né è stata avanzata la proposta di girare un film, che abbia M. come protagonista. Non intendo M. come attore, ma proprio un film su M., con qualche attore (bellissimo, s'intende) che reciti nel ruolo di M..
M. è comunque abbastanza sicuro che prima o poi la cosa succederà. Pensa anche che prima o poi scriveranno pure un libro, su di lui. Perché M. è senza dubbio un tipo straordinario, e come disse Leo Longanesi:
* Ero molto stanco. Davvero. Wenders mi piace.
M. non è mai andato molto al cinema, ma non sa spiegare bene il perché. Probabilmente il problema è che una birretta in un pub batte sempre un cinema, come proposta per una serata.
Due periodi della vita di M. fanno eccezione a questa regola.
Uno è il periodo universitario, specialmente i primi due anni, quando M. abitava vicinissimo a un cinema (l'Apollo) che proiettava film delle stagioni passate a mille lire (sì! lire! M. si sente così vecchio se ci ripensa...) a serata. All'Apollo M. ha sghignazzato vedendo Frankenstein Junior, ha dormito di fronte a Il cielo sopra Berlino*, ha espresso sdegnosa sufficienza dopo la sventurata proiezione di Braveheart, e ha sgranocchiato chili e chili di pop-corn.
Il secondo periodo è il periodo dublinese, dove M., spesso per mancanza di alternative culturali valide, si infilava con la sua amica L. all'IFI (Irish Film Institute), pressoché unico cinema cosy e non holliwoodiano della città. Lì ha visto il suo primo Truffaut (I quattrocento colpi), un'epica rassegna su Paolo Sorrentino (cortometraggi inclusi), il tarantinante Inglorious Basterds, l'Away we go sceneggiato da Dave Eggers (uno dei miti letterari di M.), e tanti altri.
Al momento, non è ancora stato girato nessun film, né è stata avanzata la proposta di girare un film, che abbia M. come protagonista. Non intendo M. come attore, ma proprio un film su M., con qualche attore (bellissimo, s'intende) che reciti nel ruolo di M..
M. è comunque abbastanza sicuro che prima o poi la cosa succederà. Pensa anche che prima o poi scriveranno pure un libro, su di lui. Perché M. è senza dubbio un tipo straordinario, e come disse Leo Longanesi:
Lo storico che fra cent'anni scriverà la storia di questo straordinario "Italiano", se pure in quel tempo userà ancora dedicarsi a una simile professione, dovrà essere un bel tipo. Solo un matto potrebbe intraprendere un tale lavoro; ma vedrete che il matto si troverà.__________
* Ero molto stanco. Davvero. Wenders mi piace.
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