martedì 27 novembre 2012

Bologna

E poi uno si ritrova tante vite fa. In un ristorantino abruzzese in Via Pietralata. E dopo gli arrosticini e le patate arrosto e la centerba si rotola in Via del Pratello per farsi due birre. E c'è Zap a un tavolo che disegna fumetti, e c'è la Contessa che beve al bancone, volgare e dolcissima. E l'amico di sempre C., e l'altro amico di quasi sempre M., e si beve e si parla e si ride. Si ride.

Poi si torna in albergo. E sulla porta si dice cazzo, si dice, cazzo, M., dobbiamo vederci più spesso, non facciamo passare tutti questi anni un'altra volta. Dobbiamo vederci più spesso. Sì, sì, a presto, a prestissimo, sì promesso. Promesso. A presto. Prestissimo. Promesso.

E poi c'è la stanza di albergo e L. dorme già, lassù nei paesi bassi, e quindi non c'è l'occhietto verde su skype di fianco al suo nome, perché L. dorme, dorme e forse sogna e allora non si può fare altro che ricopiare una per una sulla finestrella della chat che non risponderà le righe di quella canzone, quella canzone, quella canzone che diceva buonanotte. Diceva buonanotte fiorellino. Buonanotte. Perché il granturco nei campi è maturo. E io ho tanto bisogno di te.

La coperta è gelata, e l'estate è finita.

Buonanotte.

Questa notte.

È per te.


3 commenti:

  1. Uffa, Esimio. Abbiamo tutti il blues novembrino, vedo. Natalia sloggata da Buenos Aires.

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  2. Bisognerebbe leggerti ogni giorno, è proprio vero. Soprattutto quando scrivi queste cose qua.

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  3. La contessa Melania.. non posso dire niente va!! :-)

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