domenica 2 settembre 2012

Comics - 1: Birchfield Close, Jon McNaught

Come vi avevo promesso quasi 8 mesi fa*, ecco la prima puntata della nuova rubrica del blog dedicata interamente ai fumetti.

L'obiettivo di questa rubrica è di parlarvi di fumetti**, dei fumetti che leggo (o rileggo, mi piace rileggere i fumetti). Il motivo di questo leggerissimo ritardo nell'iniziare questa rubrica è il fatto che, ultimamente, ho letto pochi fumetti. E devo dire che mi sono mancati. Quindi l'altro giorno ne ho comprati un po' da Shakespeare and Co e ho anche rispolverato alcuni dei vecchi acquisti non ancora letti. Mi sono anche ripromesso di leggerne un po' in francese, così magari dopo 3 anni a Parigi imparo un po' questa lingua?

Bene.

http://www.nobrow.net/628
Iniziamo con Birchfield Close, di Jon McNaught, che è un libretto curatissimo ed elegante che ho deciso di comprare immediatamente dopo averlo estratto dallo scaffale della libreria. Bella copertina rigida cartonata, carta di ottima qualità, eccetera eccetera. Insomma, è uno di quei libri che appena te li ritrovi tra le mani non puoi fare a meno di annusare.

I disegni sono impeccabili, e raccontano con delicatezza e poesia una breve storia di semplice vita quotidiana. Due ragazzini che salgono sul tetto di una casa e si guardano attorno, per ore. Non ci sono parole, solo immagini a raccontare la storia di Birchfield Close, e questo rende il tutto ancora più onirico. Lo stile decisamente retrò richiama quello di Seth, che infatti sulla quarta di copertina scrive: Quiet, subtle, deeply felt. Gorgeously designed. Quintessentially British. A rare joy. Simply put - Jon McNaught is sublime.

Direi che sono d'accordo. Leggetelo, anzi, guardatelo.

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* Perché le mantenghe si promettono, come diceva, con tanto di ditino alzato, mio fratello P. alla tenera età di 3 anni.
** Falso. L'obiettivo delle rubriche di questo blog è trovare qualcosa, qualsiasi cosa di cui parlare. Perché la mia vita non è così intensa da procurarmi quotidianamente aneddoti raccontabili...

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