E' bella la Loira di sera. E c'è questa strada dritta dritta che corre lungo il fiume, e le due file di alberi, ordinate, una a destra, una a sinistra, che ci passano veloci accanto, scivolando sui finestrini Renault.
E mi ricordo di tantissimi anni fa. La Giulietta milleotto del mio babbo con dentro tutta la famiglia. C'era anche lì una strada dritta dritta e alberata. Era una sonnolenta gita domenicale da qualche parte vicino a casa. Non ricordo dove. Ricordo che gli alberi avevano il tronco imbiancato, dipinto di vernice bianca fino a un metro e mezzo o due di altezza e io pensavo ma guarda un po' questi alberi, col tronco imbiancato.
Io e mio fratello stavamo dietro, avevamo 6 o 7 anni, o giù di lì, e i miei davanti. Era autunno e c'era un po' di nebbia, come sempre in autunno dalle mie parti. In macchina nessuno parlava. La strada era dritta e io pensavo ma guarda questi alberi, chissà perché li hanno imbiancati così.
Io e mio fratello stavamo seduti di dietro, sui sedili grigi della milleotto che aveva quell'odore da macchina nuova che mi faceva venire la nausea. Eravamo fermi, perché c'era traffico, e c'era una lunga fila di macchine tra le due file di alberi imbiancati.
Io e mio fratello stavamo seduti sui sedili grigi milleotto e stavamo zitti. Non dicevamo niente perché là davanti i genitori avevano appena litigato per non so cosa e c'era quell'atmosfera tesa da dopo litigio. Stavamo zitti anche se io avrei proprio voluto chiederlo, al mio babbo - perché il mio babbo è uno che sa un sacco di cose - avrei voluto chiedergli come mai a quegli alberi avessero dipinto il tronco di bianco.
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