È il mio record personale, in quanto a frenesia viaggi. A dir la verità, tecnicamente non è ancora il mio record personale. Sono partito venerdì scorso e ho preso 7 voli. Adesso vi sto scrivendo ed è venerdì e tutto attorno a me c'è l'aeroporto di Madrid, e l'ottavo aereo mi aspetta, nasuto, da qualche parte al di là dal vetro. Questo significa che basterà un solo volo al giorno fino a domenica e il conteggio arriverà a un solenne e rotondo 10/10. Ecco, domenica avrò il mio record personale, in quanto a frenesia viaggi.
Per motivi che all'inizio non erano chiarissimi nemmeno a me, tutto questo spostarsi frenetico mi ha fatto pensare alle Lezioni americane di Italo Calvino. Le Lezioni americane sono un ciclo di lezioni che Calvino doveva tenere in non so più quale università americana (Harvard? Boh, potrei sbagliarmi...) e dovevano essere una specie di promemoria, un messaggio in bottiglia, per la letteratura del nuovo millennio, che è il nostro millennio, allora non ancora iniziato. Dovevano essere sei, le lezioni, ma Calvino è morto prima di scrivere l'ultima. Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità e Consistenza (che è quella che non ha scritto).
In realtà quando le ho lette ho subito pensato che fossero un promemoria universale, un promemoria per tutto quanto, e non solo per la letteratura. E sono davvero un promemoria bellissimo. Insomma, in mezzo a tutto questo decollare e atterrare ho pensato spesso a loro.
La mia preferita è la prima, la Leggerezza, con quell'agile salto del poeta-filosofo che si solleva dalle pesantezze del mondo sapendo però che il segreto sta proprio lì, il segreto della leggerezza sta nascosto dentro alla pesantezza del mondo. Proprio così:
"Se volessi scegliere un simbolo augurale per l'affacciarsi al nuovo millennio, sceglierei questo: l'agile salto improvviso del poeta-filosofo che si solleva sulla peasantezza del mondo, dimostrando che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al regno della morte, come un cimitero d'automobili arrugginite".
E allora, penso passeggiando su e giù da un tapis roulant all'altro cercando il bar giusto per ammazzare l'attesa, come si fa a non pensare alla leggerezza quando si vede un aereo decollare? Che cos'è che fa volare gli aeroplani, cosa tiene tra le nuvole questi enormi aggeggi nasuti se non la loro insospettabile e sofisticata leggerezza? Alla leggerezza avranno pensato, per forza!, i primi pazzi visionari che hanno immaginato di volare.
E continuo a camminare su e giù, cercando il mio bar e pensando al poeta-filosofo e ai suoi compari. Sì, perché in quelle bellissime pagine sulla leggerezza non c'è solamente il poeta-filosofo, ma c'è anche il barone di Münchausen che vola su una palla di cannone, c'è Don Quijote che infilza la pala del mulino a vento e viene scaraventato in aria, c'è il personaggio kafkiano che si libra in cielo a cavallo di un secchio vuoto che forse (?) non starebbe in cielo se vuoto non fosse, e c'è tantissimo altro...
E a leggerle, queste pagine, uno capisce che il vecchio Italo aveva capito un sacco di cose, uno capisce che il vecchio Italo la sapeva lunga...
Aveva capito che la leggerezza è una roba seria. Che non è poco.
E quanto al resto, quanto a rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e consistenza, mi pare che questa settimana non abbia scherzato per niente. In realtà mi pare che questi anni duemila-e-qualcosa non stiano scherzando per niente in quanto a queste cose... Ci ho pensato un po', e alla fine mi son detto che il vecchio Italo aveva azzeccato proprio tutto quanto.
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Il bar giusto non l'ho trovato, a Barajas, non ne ho visti di carini... L'aeroporto è ok, ma senza troppi diversivi, che avrebbero aiutato, dato che ci ho dovuto passare un bel po' di tempo...
Vabbè, và...
Due stelline.
La leggerezza è tutta nel decollo, quando c'è quel momento magico, l'aereo si è sollevato ed è giusto prima che la spinta dell'aria lo schiaffeggi da sotto facendolo volare. Quell'attimo di vuoto assoluto, di sospensione, in cui non si è né per aria né per terra. Se io penso a leggerezza mi viene in mente quello^^
RispondiEliminala leggerezza del decollo è come l'inizio di un amore. Dopo, è tutto dato per scontato :)
RispondiEliminadicevi che il tuo blog non ha un argomento specifico, invece più vai avanti e più distintamente ne emergono 2 intrecciati: la letteratura e i viaggi, ma non come descrizione di mete turistiche, bensì dei luoghi pivotali del passaggio e delle sensazioni che suscitano. Hai risvegliato la ex studentessa di lingue e letterature, ex viaggiatrice frenetica, ex ragazza con la valigia, mio malgrado sopita in me... mannaggia non dovevi farlo! ora sarò costretta a leggerti ogni giorno :-)
RispondiEliminaEleonora