Carissime.
Carissimi.
Ci siamo lasciati nel lontano Novembre del 2015, all'indomani dei drammatici attacchi terroristici a Parigi. Nei mesi ed anni seguenti, il terrorisomo islamico internazionale è stato considerato il pericolo numero uno per l'occidente. Tutti i mezzi di comunicazione di massa, all'unisono, ci hanno martellati con inquietanti notizie su uno Stato Islamico in espansione, su foreign fighters che andavano e venivano tra i campi di battaglia siriani e le nostre città, sui lupi solitari, ovvero tranquilli e sorridenti vicini di casa arabi che da un giorno all'altro si sarebbero potuti trasformare in invasati kamikaze. Eccetera.
Più o meno nello stesso periodo iniziava la crisi dei migranti, resa ancora meno gestibile, anzi certamente amplificata da accadimenti quali la morte di Gheddafi e la guerra in Siria. Le prime pagine dei giornali si sono riempite di barconi stracarichi di miseria fermi al largo della Sicilia. E di leghisti intenti a farsi dei selfie. Eccetera.
Poi c'è stato un periodo probabilmente abbastanza breve, ma che a me è sembrato non passare mai, durante il quale non appena qualcuno cercasse di informarsi su qualsiasi questione, si vedeva parare davanti lo sguardo torvo di Greta Thunberg. Quello sguardo che era un'incrocio tra un "ricordati che devi morire", un "lo so benissimo che sei stato tu", o anche un "è tutta colpa tua". Eccetera.
Bene, ora la domanda che mi (vi) pongo è la seguente. Dove sono finiti tutti quanti? Terroristi, migranti, leghisti e ambientalisti. Dove sono finiti?
Chiedo per un amico.
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