Oggi la Tipsy mi ha guardato fisso negli occhi, sopracciglia aggrottate e faccia torva e ha detto: "Babbo, non comprare mai più l'insalata!".
venerdì 26 giugno 2020
mercoledì 24 giugno 2020
Chi vuole fare con me un pellegrinaggio a Lourdes metta il dito qui sotto!
Grande periodo in casa Dias. Segue una breve lista delle sfighe accadute negli ultimi giorni.
- Dopo neanche due mesi dall'ultima volta, il gatto si è fatto ripungere da una vespa (il coglione continua a rincorrerle per giocarci) e quindi abbiamo dovuto mettergli uno di quei collari a cono per impedirgli di grattarsi la ferita e infettarla tutta. Quindi adesso si muove con la leggiadria di un ippopotamo e quando cerca di correre/saltare tira giù tutto quello che incontra sulla sua strada.
- Tra l'altro mi sto iniziando a chiedere se valga veramente la pena avere un gatto, se non fa nemmeno la guardia ai topi. Da un paio di giorni, infatti, è stato avvistato un topolino cicciottello in cucina. Sono in corso grandi operazioni per cercare di sbarazzarsene. Le bestemmie, seppur pronunciate con veemenza, per ora non hanno sortito alcun effetto.
- La vicina di casa, madre single, sempre gentilissima, ci ha chiesto la cortesia di badarle i suoio due figli per un paio d'ore stamattina, perché lei doveva passare dall'ufficio. Ce li porta e poco dopo la figlia piccola inizia a tossire (tosse secca). Abbiamo cercato, per quanto possibile, ti tenerla un po' lontana dalla Tipsy. Speriamo bene.
- Io ho fatto una radiografia cervicale per dei dolori a spalla e braccio. Quando il mio medico ha aperto la cartelletta contenente la radiografia ha mormoratro "Merde... merde..." per una decina di volte prima di spiegarmi che cosa avessi. Sopravviverò, ma sarà una rottura di cazzo memorabile.
- La Tipsy ieri ha fatto il richiamo dei vaccini e adesso ha la febbre.
Per il momento (grazie a Dio) è tutto.
Stay tuned.
martedì 23 giugno 2020
Suoceri, cardiopatie e anarco-consumismo
Pianificare le vacanze del migrante non è facile in tempi di covid.
Il migrante italiano, d'estate, vuole solo una cosa: ritornare in Italia. Dalla mamma (chi ce l'ha), dal sole (tutti tranne quelli di Cuneo), dal cibo, dal mare o (i meno fortunati) dalle montagne. Però il migrante, se ha la mia età, è spesso dotato di genitori anziani. E figli piccoli. Che vogliono passare insieme le vacanze.
Il che pone ovviamente un problema. Il migrante non può fare a meno di chiedersi: ma non è che poi viaggiando con l'aereo, o il treno, o il bus, mi prendo il virus e lo porto a casa, mettendo così a repentaglio la salute dei miei cari?
Bene.
Mio suocero compierà presto 80 anni ed è cardiopatico da praticamente sempre. Però ha dichiarato che vuole assolutamente vedere la Tipsy. Quindi abbiamo iniziato a scervellarci su come fare per portargli la Tipsy evitando di esporto a inutili rischi.
Il problema è diviso in due parti: il viaggio e la permanenza.
Per quanto riguarda il viaggio è chiaramente preferibile la evitare mezzi di trasporto comuni. Solo che la famiglia Dias è ecologggggica e non possiede un'automobile. Sono quindi partite febbrili ricerche di auto a noleggio a prezzi modici (i Dias non sono ricchi, ma proprio per niente). Insomma, cerchiamo, prenotiamo, mettiamo opzioni cancellabili su macchine di bassissima cilindrata. Eccetera. Una grandissima rottura di balle.
Poi, chiaramente, una volta in Italia, bisognerà fare attenzione. Evitare assembramenti, specialmente se in spazi chiusi, usare la mascherina nei negozi, lavarsi spesso le mani. Eccetera eccetera eccetera. Insomma, parola d'odrdine: prudenza, prudenza e prudenza!
Dopo svariate serate passate a organizzare sto delirio, sentiamo finalmente il suocero su skype e gli esponiamo il nostro piano, che lui rifiuta. Disapprova. Respinge.
Le date non gli vanno bene. Vuole stare più tempo con sua nipote. Dice ma perchè non la mandate giù prima in aereo? Eccetera.
E mentre noi cercavamo le parole per farlo ragionare e convincerlo ad accettare la nostra proposta, che era di gran lunga la più ragionevole e prudente, ha cambiato discorso, per dirci: "Ah, oggi sono andato a Ikea".
E' andato a Ikea.
Ikea.
A Milano.
Se ho capito bene non si è nemmeno comprato una mascherina.
Direi che non c'è nient'altro da aggiungere.
mercoledì 17 giugno 2020
Sulle conseguenze del confinamento: gli effetti di una dieta ipercalorica combinata a una pressoché assente attività fisica
C'è chi dice che l'umanità uscirà migliorata da questa pandemia. Che questa sarà l'occasione per ripensare il nostro modo di vivere, il nostro rapporto con gli altri, con la natura... I pessimisti, invece, dicono che ne usciremo peggio di prima, più gretti ed egoisti. Più stronzi. Il dibattito è infuocato.
Io ho una certezza.
Menoel ne uscirà diverso.
Ne uscirà con le tette.
domenica 14 giugno 2020
Ignorante e felice
Non so voi, ma io da settimane ho smesso di leggere i giornali. Ho smesso di informarmi. Non so più niente.
E' bellissimo.
Durerà?
giovedì 11 giugno 2020
L'ebbrezza della normalità
Ieri sera, dopo svariati mesi, la famiglia Dias è finalmente uscita per recarsi al baretto di fiducia, gestito da Cesar, un ruvido ma meraviglioso signore portoghese. Ed è stato bello vederlo sorridere da dietro la mascherina, mentra diceva alla Tipsy: ma come sei cresciuta!
Dopo un paio di birrette e chiacchiere con amici siamo rientrati a casa, senza nessuna voglia di preparare la cena. Vado da Farhat, il libanese, e prendo qualcosa da mangiare, ho detto. Il ristorante di Farhat non ha tavoli all'aperto, e quindi può solamente vendere il suo cibo da asporto, e in più per entrare dentro al ristorante e ordinare è obbligatoria la mascherina. Entrando, quindi, cerco di infilami la mascherina ma l'elastico si incastra negli occhiali rischiando di farli cadere.
"Poutain!" è stata quindi la prima cosa che ho esclamato varcando la soglia, mentre lottavo ancora con l'elastico.
E Farhat, appoggiato al bancone, braccia conserte e immacolato vestito bianco da chef, ha detto: "Eh sì, amico mio, di questi tempi va proprio così: poutain!"
martedì 9 giugno 2020
Le mille soddisfazioni della vita da padre
Tra le tantissime cose che mi sono successe in questi interminabili anni di assenza dal BLOG, c'è n'è una che mi ha portato via tanto tempo, in cambio di pochissimi soldi. Manoel ha scritto un libro. Un libretto, per essere precisi. Un librettino di divulgazione scientifica*.
Bene.
L'altro giorno la Tipsy si è ritrovata tra le mani il libretto. E guardando la copertina ha iniziato a leggere a voce alta: "Maaaaaaaaanoooooooooeeeeeeeeeeellllllll Diiiiiiiiiiaaaaaaaaassssss".
Poi è rimasta in silenzio, sopracciglia aggrottate, per qualche secondo.
Poi ha guardato me, poi la copertina del libretto, poi ancora me.
"Babbo, ma questo qui è un altro Manoel, non sei tu, vero?"
Che dire. Son soddisfazioni.
_______________
* Ricordo alle mie numerose lettrici (e ai miei due lettori) che Manoel nella vita vera di lavoro fa lo scienziato.
venerdì 5 giugno 2020
COVID-19
Carissime.
Carissimi.
Ci siamo lasciati nel lontano Novembre del 2015, all'indomani dei drammatici attacchi terroristici a Parigi. Nei mesi ed anni seguenti, il terrorisomo islamico internazionale è stato considerato il pericolo numero uno per l'occidente. Tutti i mezzi di comunicazione di massa, all'unisono, ci hanno martellati con inquietanti notizie su uno Stato Islamico in espansione, su foreign fighters che andavano e venivano tra i campi di battaglia siriani e le nostre città, sui lupi solitari, ovvero tranquilli e sorridenti vicini di casa arabi che da un giorno all'altro si sarebbero potuti trasformare in invasati kamikaze. Eccetera.
Più o meno nello stesso periodo iniziava la crisi dei migranti, resa ancora meno gestibile, anzi certamente amplificata da accadimenti quali la morte di Gheddafi e la guerra in Siria. Le prime pagine dei giornali si sono riempite di barconi stracarichi di miseria fermi al largo della Sicilia. E di leghisti intenti a farsi dei selfie. Eccetera.
Poi c'è stato un periodo probabilmente abbastanza breve, ma che a me è sembrato non passare mai, durante il quale non appena qualcuno cercasse di informarsi su qualsiasi questione, si vedeva parare davanti lo sguardo torvo di Greta Thunberg. Quello sguardo che era un'incrocio tra un "ricordati che devi morire", un "lo so benissimo che sei stato tu", o anche un "è tutta colpa tua". Eccetera.
Bene, ora la domanda che mi (vi) pongo è la seguente. Dove sono finiti tutti quanti? Terroristi, migranti, leghisti e ambientalisti. Dove sono finiti?
Chiedo per un amico.
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