Fahrenheit 451 inizia così:
Devo dire che quando ho comprato Fahrenheit 451, l'ho fatto solo perché ne avevo trovata una copia, usata e in buono stato, a 5 euri. Era un libro che non mi aveva mai attirato. Uno di quei libri di cui si è sentito parlare così tanto al punto da pensare, con una punta di noia borghese: è come se lo avessi già letto.
E invece no. Non è vero. Non è come averlo già letto. Perché Fahrenheit 451 è un libro incredibile. Avvincente. Poca retorica** e tanto ritmo. È un libro che si legge con ardore. Sì, ardore.***
La storia la sapete. La sanno tutti. Un futuro dove i libri sono vietati, e quindi vanno bruciati. I pompieri non hanno più il compito di spegnere gli incendi, bensì di accenderli, bruciando libri. E Guy Montag, uno di loro, un pompiere, apre gli occhi e inizia a farsi e a fare domande. A chiedersi il perché. Un'idea semplice, quella di Bradbury, semplice e terribile, perché troppo simile al nostro presente, a tutti i presenti. Ma la smetto subito, perché non credo sia necessario ripetere i soliti discorsi (verissimi) sull'attualità perenne di libri come questo, sui mille parallelismi che suggeriscono, sulla loro realtà.
Ecco, l'unica altra cosa che voglio aggiungere è proprio questa. La naturalezza, il senso di necessità e di realtà di certa fantascienza. È questo che fa di questo libro quello che è: qualcosa di essenziale.
Il finale, forse, è l'unico punto in cui la narrazione rallenta un po'. E leggendo di quegli uomini che camminano lungo i binari di una ferrovia abbandonata si ha l'impressione che la storia si distacchi, per la prima volta, dalla folle normalità di tutte le cose possibili.
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* Quando un libro mi piace molto, faccio sempre molta fatica ad ammettere che si tratti di fantascienza. Kurt Vonnegut era, tecnicamente, uno scrittore di libri di fantascienza. Infinite Jest è un libro che da un certo punto di vista potrebbe essere anche catalogato come fantascienza. E la cosa un po' mi infastidisce. Non so perché.ª
** Devo ammettere che, essendo decisamente prevenuto, me ne aspettavo tantissima.
*** Non è un gioco di parole scemo. È proprio l'aggettivo giusto.
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ª Invece lo so. Snobismo, trattasi di puro e semplice snobismo.
It was a pleasure to burn.ed è un classico della fantascienza (?)* di 165 pagine.
Devo dire che quando ho comprato Fahrenheit 451, l'ho fatto solo perché ne avevo trovata una copia, usata e in buono stato, a 5 euri. Era un libro che non mi aveva mai attirato. Uno di quei libri di cui si è sentito parlare così tanto al punto da pensare, con una punta di noia borghese: è come se lo avessi già letto.
E invece no. Non è vero. Non è come averlo già letto. Perché Fahrenheit 451 è un libro incredibile. Avvincente. Poca retorica** e tanto ritmo. È un libro che si legge con ardore. Sì, ardore.***
La storia la sapete. La sanno tutti. Un futuro dove i libri sono vietati, e quindi vanno bruciati. I pompieri non hanno più il compito di spegnere gli incendi, bensì di accenderli, bruciando libri. E Guy Montag, uno di loro, un pompiere, apre gli occhi e inizia a farsi e a fare domande. A chiedersi il perché. Un'idea semplice, quella di Bradbury, semplice e terribile, perché troppo simile al nostro presente, a tutti i presenti. Ma la smetto subito, perché non credo sia necessario ripetere i soliti discorsi (verissimi) sull'attualità perenne di libri come questo, sui mille parallelismi che suggeriscono, sulla loro realtà.
Ecco, l'unica altra cosa che voglio aggiungere è proprio questa. La naturalezza, il senso di necessità e di realtà di certa fantascienza. È questo che fa di questo libro quello che è: qualcosa di essenziale.
Il finale, forse, è l'unico punto in cui la narrazione rallenta un po'. E leggendo di quegli uomini che camminano lungo i binari di una ferrovia abbandonata si ha l'impressione che la storia si distacchi, per la prima volta, dalla folle normalità di tutte le cose possibili.
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* Quando un libro mi piace molto, faccio sempre molta fatica ad ammettere che si tratti di fantascienza. Kurt Vonnegut era, tecnicamente, uno scrittore di libri di fantascienza. Infinite Jest è un libro che da un certo punto di vista potrebbe essere anche catalogato come fantascienza. E la cosa un po' mi infastidisce. Non so perché.ª
** Devo ammettere che, essendo decisamente prevenuto, me ne aspettavo tantissima.
*** Non è un gioco di parole scemo. È proprio l'aggettivo giusto.
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ª Invece lo so. Snobismo, trattasi di puro e semplice snobismo.
quando lo lessi io, al liceo, lo feci per "obbligo" dell'insegnante del ginnasio, patita per l'autore, e stregata dal fenomeno dei media , che il libro tratta traversalmente ma con chiarezza.
RispondiEliminalo sono stata molto fortumata nell'obbligo l'ho apprezzato enormemente!!!
è piaciuto molto anche a me
RispondiEliminaAnche io l'ho letto un po' da prevenuto. L'ho lasciato, poi di nuovo ripreso. Adesso dovrebbe stare da qualche parte accanto al Mondo Nuovo i 1984 (non sono ordinato quanto te nel disporre i libri in camera, ma capita che alcuni - pochi - io li piazzi assieme per tema, o per autore, o per simpatia).
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