mercoledì 16 maggio 2012

Ironia

Ieri sera tornavo a casa con L. e in macchina c'era l'autoradio che andava. A causa probabilmente di un raptus di follia del disk-jockey, la migliore radio di Heraklion (Best Radio, nel caso interessasse a qualcuno la migliore radio di Heraklion ha un nome decisamente auto-descrittivo) ha trasmesso consecutivamente tutte le canzoni del concerto dei Queen a Wembley. Tutte.

Bene. Io conosco a memoria la discografia dei Queen per il semplice motivo che da ragazzino dividevo il mangiacassette* con mio fratello, e mio fratello era ossessionato dai Queen. Proprio ossessionato. Quindi conoscevo già a memoria tutte quelle canzoni, che però hanno il potere di lasciarmi letteralmente basito ogni volta.

Ora, lasciando stare le oggettive capacità tecniche del gruppo e il loro indiscusso successo**, lasciando stare tutto quanto***, io non ho mai capito come facessero, i Queen, a scrivere delle canzoni dove l'ironia non fosse presente nemmeno in tracce microscopiche.

Ieri in macchina mi son sentito pure We are the champions****, che mi lascia ogni volta interdetto. Perché cerco disperatamente di cogliere una qualche traccia di (auto-)ironia in quel testo così ridicolmente sicurodisé***** e in quella musica così bombasticamente roboante, ma proprio non ne trovo.

E la cosa mi lascia piuttosto incredulo.

Spero solo che il problema sia mio, e cioè che la regale ironia sia troppo sottile per il mio cervello semplificato da uomo medio.

Perché se di ironia veramente non ce n'è, allora proprio non capisco.

Proprio non capisco.

Boh.

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* Sì, il magiacassette. Sto decisamente invecchiando.
** E lasciamo stare anche i primi album. Sì, dai, quelli lasciamoli stare.
*** Anche il fatto che, tecnicamente, Brian May è un mio collega.
**** E anche We will rock you, se proprio volete saperlo.
***** Perepé!!!

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