mercoledì 2 maggio 2012

Diario di U., parte terza

Come vi dicevo, la tranquillità della mia tranquillissima vita è stata turbata qualche tempo fa dall'ultimo arrivo dell'alto bipede nei pressi dell'affare bianco e morbido sul quale ero solita dormire. Dico ero, al passato, perché ormai da parecchio tempo mi trovo in un posto che non conosco, lontano dall'affare morbido e bianco dove solevo dormire, che mi manca tantissimo.

So solo che qui fa molto caldo, e che sono venuta qui contro la mia volontà. A dir la verità non sono nemmeno stata interpellata sulla questione, cosa che ho trovato di una mancanza di eleganza imperdonabile. Anche l'alto bipede e l'alta bipede sono qui, ma questo non è che migliori molto il mio mood.

Per farla breve, l'alto bipede è arrivato nei pressi dell'affare morbido e bianco e si è messo, insieme all'alta bipede, a rivoluzionare tutto quanto. All'inizio, ovunque andassi mi ritrovavo tra i piedi i piedi degli alti bipedi. Erano dappertutto, i loro piedi, camminavano su è giù senza senso, freneticamente. Per lo più i bipedi prendevano oggetti e li spostavano da un angolo all'altro della stanza. Una cosa parecchio stupida, devo dire.
Poi, come se non bastassero i piedi, mi sono ritrovata ad essere perseguitata da quell'aggeggio diabolico che a volte l'alta bipede striscia sul pavimento. È un bastone di legno lungo che l'alta bipede ogni tanto tiene in mano e striscia sul pavimento. In fondo al bastone ci sono tanti peli. E lei li striscia per terra. Frush frush. Questa è un'attività che l'alta bipede non fa mai con grande piacere, quindi mi sono chiesta più volte perché si ostini a praticarla periodicamente. Boh. Questi bipedi sono strani, a volte.

Insomma, quattro piedi e un bastone cappelluto che vorticavano frenetici per la stanza. Io non sapevo dove mettermi per starmene un po' in pace. Una gran seccatura. Meno male che la mia grande capacità di astrazione mi permette di sconnettermi dalla realtà quando questa non mi piace. Quest'ultima frase un po' complicata che ho scritto significa che ho cercato (riusciendoci) di dormire il più possibile per evitare tutte le seccature dovute all'impazzimento improvviso dei bipedi. Chiaramente ogni tanto mi svegliavo per mangiare du' croccantini e seppellire un po' di cacca nella sabbia. Poi, constatato il perdurare della follia dei bipedi, mi astraevo di nuovo.

Bene. Come se tutto questo non fosse stato sufficiente, ecco che sono iniziati a sparire oggetti. Il parallelepipedo di plastica bianco sul quale ogni tanto mi appollaiavo? Sparito. Il mobiletto sul quale stava quella pianta dalle foglie tanto saporite? Sparito. Quell'affare pieghevole sotto il quale mi rifugiavo sovente? Sparito.

Non mi raccapezzavo più.

Poi, gran finale, eccoti i due alti bipedi che spostano tutti, ma proprio tutti gli oggetti della stanza e li mettono sull'affare morbido e bianco! Che cazzo! Che mancanza di rispetto irriverente e cafona!

Fortunatamente il mio grande carattere e la mia grande determinazione mi hanno consentito di resistere a questi soprusi bipedi. Non mi sono spostata di un millimetro dal mio posto preferito sull'affare morbido e bianco. Sono rimasta li. Facevo finta di dormire (che scaltra) mentre i due bipedi impazziti riempivano l'affare morbido e bianco di cose.

Poi, mentre io (scaltrissima) fingevo sempre di dormire, i bipedi hanno strisciato sul pavimento ogni sorta di cosa e infine hanno parlottato tra di loro. Una conversazione davvero noiosa e di bassissimo livello. Prima hanno ripetuto per un secolo "di-strutto, di-strutta" o qualcosa del genere, e poi hanno iniziato con una fastidiosissima solfa fatta di: "susci!", "tappas!", "susci!", "tappas!" eccetera eccetera. Poi sono usciti. Lasciandomi finalmente sola e tranquilla.

Mi sono fatta una foto con l'autoscatto, la metto qui sotto, tanto per farvi capire che casino avessero combinato i bipedi. Sono contenta di aver fatto la foto. Sono davvero contenta.

Anche perché non avrei mai immaginato che quella sarebbe stata l'ultima mia dormita sull'affare morbido e bianco sul quale ero solita dormire.

Ma questo ve lo racconto un'altra volta.

Vostra,

U.






2 commenti: