lunedì 23 gennaio 2012

Books I read 2 - No country for old men, Cormac McCarthy

No country for old men inizia così:
I sent one boy to the gaschamber at Huntsville. One and only one.
ed è un libro di 309 pagine che si fanno sfogliare molto in fretta.

Avevo già visto il film dei fratelli Coen, quando uscì qualche anno fa, e di solito non è una gran bell'idea vedere prima il film e poi leggere il libro, specialmente se il libro è un thriller, e specialmente se il film è una trasposizione fedele della storia da carta a celluloide. Di solito cerco di evitarlo. Però all'epoca avevo diverse attenuanti, incluso il fatto che non sapessi che il film fosse tratto da un libro e l'imperdonabile fatto che (shame on me!) non conoscessi Cormac McCharty. Il punto è: ma un thriller di cui sai già il finale, che thriller è?

Invece, la cosa che più mi ha stupido di No country for old men è che, nonostante tutto questo, mi ha tenuto incollato alle sue pagine come se non sapessi mai cosa stesse per succedere. La prosa di McCarthy è impeccabile e la storia è raccontata mantenendo sempre la tensione e il ritmo a livelli altissimi. I personaggi di McCarthy non pensano, ma parlano e compiono azioni, fanno cose, una dopo l'altra.

Il libro inizia con Llewelyn Moss che va a caccia di antilopi da qualche parte in mezzo al nulla in Texas, e si ritrova per caso in mezzo uno scenario che è chiaramente ciò che resta di un regolamento di conti tra bande di spacciatori di eroina. Furgoni crivellati di proiettili, cadaveri, l'immancabile cane morto, e tutto il resto. Trova una sacca piena di soldi - il mancato pagamento della partita di eroina - la prende e se ne va. E di lì inizia una sanguinaria caccia all'uomo che, pagina dopo pagina, lo vede inseguito da tutte le fazioni coinvolte nello scambio della partita di droga che vogliono riprendersi i soldi.
Il più spietato e algido tra questi killer e trafficanti di droga è Anton Chigur (interpretato nel film dei Coen da un perfetto Javier Bardem), uno dei personaggi più impenetrabili e improbabili mai incontrati tra le pagine di un libro, che divide con Llewelyn Moss gran parte della scena.

Verso la fine, il libro rallenta il ritmo e forse si capisce che in fin dei conti il vero protagonista del romanzo è lo sceriffo Ed Tom Bell, prossimo alla pensione, e tutto sommato impotente di fronte a tutta quella violenza e tutto quel sangue.
Con i suoi monologhi che aprono ogni capitolo, col suo accento del sud e la sua convinta rettitudine da buon americano, è forse lui a dare un senso a tutta la storia.

No country for old men non è un capolavoro come per esempio La Strada, ma è un libro sicuramente da leggere. Se lo prendo in mano e lo giro vedo scritto nella quarta di copertina questa frase, da una recensione su The Times:
A western thriller with a racy plot and punchy dialogue, perfect for a lazy Sunday.
Già. Proprio così. Se avete in programma un weekend in cui volete restarvene tranquilli a casa, sbragati sul divano, con schifezze da sgranocchiare e bibite gasate a portata di mano (o tisane e incenso, a seconda di che tipo voi siate...), leggetevi No country for old men. E sarà un bel weekend.


4 commenti:

  1. Wow! Sembra proprio il libro che mi ci vuole adesso per spezzare le mie giornate di studio matto e disperatissimo!
    Alex V

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  2. occhio che e' addictive! (e sono pur sempre 300 pagine)

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  3. Grazie dell'avvertimento, forse è il caso di concedermi il film e solo dopo gli esami il libro...mi hai messo curiosità!

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  4. Il film dei Coen è bellissimo, il libro non è sicuramente il migliore di McCarthy: di lui ti consiglio caldamente "Meridiano di sangue".

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