giovedì 27 ottobre 2011

Voglio andare lontano

Stamattina mi ha telefonato, a sorpresa, la mia zia. Abbiamo fatto due chiacchiere poi le ho chiesto come sta la mia pro-zia. La mia pro-zia ha 95 anni, da mesi è a letto, e molto molto rincoglionita. La mia pro-zia... anzi, chiamiamola semplicemente zia, come ho fatto io per tutta la vita... Insomma, la mia zia è stata una delle donne più energiche che io abbia mai conosciuto. Fino a pochissimo tempo fa usciva da sola per fare la spesa e ha smesso di usare la bicicletta a più di novant'anni. Mi faceva troppo ridere il fatto che la sera andasse a letto tardissimo per guardare la tv e che poi al mattino si svegliasse tardi e facesse colazione con la sua sorellina (la mia nonna che è pure più vecchia di lei di qualche anno) a mezzogiorno, come due ragazzine che la sera prima hanno fatto bagordi. Quando qualcuno le ricordava che, data la sua età, la morte, inevitabilmente, non avrebbe tardato ad arrivare, lei faceva vistosissimi e plateali scongiuri, e sostanzialmente mandava l'interlocutore a fare in culo con frasi in dialetto non proprio finissime. Insomma, un missile di donna.

Ora è a letto, rincoglionitissima, e la mia zia (l'altra, non la pro-zia) mi ha detto che i suoi momenti di lucidità sono ormai quasi scomparsi del tutto, e che si limita a dire qualche frase ogni tanto, spesso senza un gran senso. E a mangiare. Con grande appetito. Giuro.

Insomma, ieri la zia le ha detto, all'altra zia: "Voglio andare lontano". E la cosa mi ha fatto sorridere, perché l'ho riconosciuta, è ancora lei, un missile. Non vuole morire, ci mancherebbe, ma vuole "andare lontano".

La dottoressa di famiglia, che ogni tanto la va a visitare, oramai si limita solo a constatare il perfetto stato di cuore e funzioni vitali e a confermare, incredula, che la zia è proprio un missile.

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