mercoledì 29 agosto 2012

Vita di M. (Capitolo 14)

VITA DA SEDUTTORE DI M.*

Da bambino, non c'erano bambine nel mondo di M.. Le bambine erano strane, diverse, e ostili. All'asilo M. giocava spesso a giochi che erano variazioni sul tema di maschi contro femmine. C'erano la banda dei maschi e quella delle femmine, all'asilo di M., ed erano bande rivali. Come è facile immaginare, la cosa non facilitava i flirt.

La banda dei maschi era ben strutturata, con un capo banda, J., che lasciò completamente disorientati e confusi i suoi seguaci quando venne fuori che si era fidanzato con (e forse aveva baciato!) una componente della banda delle femmine.

Ma questa è un'altra, triste, storia.

Alle scuole elementari, M. non migliorò minimamente le sue strategie seduttive. Il suo punto di forza, che peraltro cercava di nascondere piuttosto che valorizzare**, pareva essere la morbidezza delle sue guance. Sfortunatamente, la cosa provocava attenzioni assolutamente trasversali per quanto riguarda il genere: compagni e compagne di scuola, indistintamente, si recavano al banco di M. per dargli affettuosi pizzicotti sulle guanciotte.

Va detto che M. era molto popolare alle scuole elementari.

Per motivi che l'M. fanciullo non riuscì mai a spiegare, c'erano solo cugine femmine in famiglia. Solo femmine. Piene di bambole e giocattoli da femmina. Quindi M. passava i weekend con suo fratello P. e con tutte queste cugine femmine. Ma, per l'appunto, quelle erano cugine, quindi tecnicamente non bambine vere. Non femmine propriamente dette. E quindi questa abitudine a ritrovarsi in contesti femminili non facilitò minimamente M. nelle sue interazioni extra-cuginali con l'altro sesso.

Le scuole medie furono una catastrofe.

 Una catastrofe.

E fu molto*** più tardi che M. raggiunse infine qualche minima capacità seduttiva. Curiosamente, la cosa coincise con la dismissione della pettinatura capello-leccato-con-la-riga-da-una-parte, che venne sostituita da un qualcosa di amorfo, una indecisione zazzeriforme, una chioma esitante e imbarazzata che non sapeva dove parare, ma che era pur sempre meglio del capello-leccato-con-la-riga-da-una-parte di cui sopra.

Comunque.

La descrizione più azzeccata della tecnica seduttiva di M. venne data anni fa dall'amico G., che la definì la tecnica del sommergibile.

Quando M. identifica una preda, si immerge e agisce nell'ombra, sotto coperta. La preda viene frequentata in gran segreto, per minimizzare qualsiasi influenza esterna. L'approccio è lento e discreto, e spesso nemmeno le preda stessa si accorge delle manovre finché non è oramai troppo tardi e si ritrova ad essere innamorata persa di M., cotta.

Chiaramente poi ci sono anche prede con iniziativa che, annoiate, bypassano tutta 'sta manovra complicata, prendono in mano la situazione e la concludono senza inutili tentennamenti.

Come ha fatto L., per esempio.

Vi ho mai raccontato come ha fatto L.?


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* Attenzione. In questo post non si parla di sesso. Il capitolo VITA SESSUALE DI M., forse, verrà pubblicato più avanti.
** Timidone!
*** Molto molto.

2 commenti:

  1. Anche io ho attraversato la fase capello-leccato-con-la-riga-da-una-parte. Poi è arrivata quella capello-col-gel-sparato-in-aria. Lentamente, molto lentamente, si è fatta strada la fase capello-normale. Ma ancora ci sono sprazzi di sparato-in-aria.;)

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  2. mo ci devi raccontare come ha fatto L.!

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