Allora, oggi vi parlo dei miei problemi con gli alti bipedi. A quanto ne so, gli alti bipedi sono creature viventi che servono a darci da mangiare e a cambiarci la sabbia quando è così piena di cacca e piscio da non avere nemmeno più un angolino libero per seppellirci dentro ulteriore cacca o piscio. Se devo essere sincera, i servizi degli alti bipedi talvolta lasciano un po' insoddisfatti. Considerando che lavorano si e no una mezz'oretta al giorno, potrebbero impegnarsi di più in quello che fanno. Per esempio potrebbero coccolarmi molto di più. O variare un po' di più il menu, invece di darmi sempre la stessa roba da mangiare. Eccetera. Ma vabbè.
Non ho mai capito quale sia il meccanismo esatto tramite il quale uno specifico alto bipede venga assegnato a un dato gatto. Tra l'altro, parlando con un gatto che ho incontrato in una delle mie rare sortite lontano dall'affare morbido e bianco, ho scoperto una roba sconvolgente. Ci sono dei gatti che non hanno nessun alto bipede a servirli. Questi gatti chiamano se stessi, a mio avviso con grande mancanza di eleganza, "The wilds", e spesso diventano dei poco di buono. Questa cosa mi ha fatto a lungo riflettere sulle ingiustizie e disparità sociali tra gatti, che sarebbe probabilmente meglio risolvere. E penso anche che ci proverei davvero, a risolverle, se solo non avessi così tanto sonno. E fame. E voglia di far la pipì.
Anzi, adesso ci vado, a far la pipì. E dei problemi bla bla vi parlo un'altra volta.
Vostra,
U.
giovedì 26 aprile 2012
mercoledì 25 aprile 2012
Diario di U., parte prima
Mi chiamo U., ed ho una vita molto tranquilla. Perlopiù dormo, su un affare morbido e bianco che a volte divido con l'alta bipede che mi dà da mangiare. Mangiare è la mia seconda attività principale, seguita a cortissima distanza dal fare i miei bisogni e poi nasconderli sotto terra.
La mia vita sull'affare bianco e morbido è tranquilla, o meglio, era tranquilla, fino a qualche giorno fa.
Qualche giorno fa è infatti arrivato l'alto bipede.
Ma qui bisogna aprire una parentesi.
L'alto bipede è stato avvistato per la prima volta nei pressi dell'affare morbido e bianco dove dormo circa un anno fa. Devo dire che mi piace, o mi piaceva, l'alto bipede, ma al momento non so davvero che pensare di lui. E nemmeno di lei. Dell'alta bipede.
La differenza fondamentale tra l'alta bipede e l'alto bipede è che lei ha un profumo buonissimo, mentre lui, secondo me, puzza. Però puzzo abbastanza anche io, quindi la cosa non mi disturba più di tanto. E poi l'alto bipede di solito quando si fa vedere lo fa per farmi un sacco di coccole. E questo è principalmente il motivo per cui mi piace. O piaceva.
L'alto bipede è una presenza piuttosto saltuaria nei pressi dell'affare morbido e bianco. Tanto per farvi capire, diciamo che tra una sua apparizione e l'altra la luce che si vede fuori dalla finestra che sta sopra l'affare bianco e morbido si accende e si spegne per 20 o 30 volte circa. L'alta bipede, invece, è una presenza pressochè costante nei pressi dell'affare bianco e morbido. In realtà ultimamente scompare anche lei, ogni tanto, e le sue sparizioni sono anch'esse intervallate da 20 o 30 (circa) accensioni-e-spegnimenti della luce che sta fuori dalla finestra. Proprio come nel caso delle apparizioni dell'alto bipede! (ma le due cose non sono mai simultanee). Però secondo me questa è solo una coincidenza. Anzi, mi riprometto sempre di farmi meno pippe mentali con queste robe numerologiche e di dedicarmi serenamente e a tempo pieno alle mie tre attività principali. Senza tanti grilli per la testa.
Comunque, come dicevo prima, l'alto bipede a volte scompare.
Il mio sospetto è che quando l'alto bipede non sta nei pressi dell'affare bianco e morbido, è perché l'alta bipede lo chiude dentro alla zona proibita, dove io non posso entrare. La zona proibita è una zona dove io non posso entrare. C'è una porta, vicino all'affare bianco e morbido, e questa porta dà sulla zona proibita, dove io non posso entrare. Una volta, in realtà, sono entrata di nascosto (l'alta bipede si era dimenticata la porta aperta) e non è che abbia capito bene per quale motivo la zona proibita sia così proibita. È molto simile alla zona dell'affare morbido e bianco, ed ha anch'essa un affare morbido e bianco, solo molto più grande di quello dove dormo io. Quindi proprio non capisco. Boh.
Insomma, quando l'alto bipede non c'è e io ho voglia di extra-coccole provo a chiamarlo grattando sulla porta che dà sulla zona proibita (dove io non posso entrare). Per ora non sono mai riuscita a farlo uscire, e l'alta bipede, quando mi vede grattare, mi urla sempre qualcosa cha suona come: "Gatt! Oh! È appa rigi!!!".
"Gatt! Oh!" è un'espressione che i bipedi usano molto spesso. Davvero spessissimo. Credo sia una specie di intercalare, ma non ne ho mai capito il significato esatto. "È appa rigi!" non so proprio cosa voglia dire. Davvero, non ne ho la più pallida idea.
Bene, come dicevo, la mia vita era tranquilla sull'affare bianco. È stata sempre molto tranquilla, dal giorno in cui sono arrivata. Che è molto molto tempo fa. Centinaia e centinaia di accendi-e-spegni fuori dalla finestra sono trascorsi da quel giorno.
Poi, qualche giorno fa, ho iniziato ad avere problemi coi bipedi.
Ma adesso sono stufa. E ho sonno. Sono in piedi da più di un'ora. Adesso cago, mangio du' croccantini e vado a dormire. E questa roba dei problemi coi bipedi ve la racconto la prossima volta.
Vostra,
U.
La mia vita sull'affare bianco e morbido è tranquilla, o meglio, era tranquilla, fino a qualche giorno fa.
Qualche giorno fa è infatti arrivato l'alto bipede.
Ma qui bisogna aprire una parentesi.
PARENTESI SULL'ALTO BIPEDE
L'alto bipede è stato avvistato per la prima volta nei pressi dell'affare morbido e bianco dove dormo circa un anno fa. Devo dire che mi piace, o mi piaceva, l'alto bipede, ma al momento non so davvero che pensare di lui. E nemmeno di lei. Dell'alta bipede.
La differenza fondamentale tra l'alta bipede e l'alto bipede è che lei ha un profumo buonissimo, mentre lui, secondo me, puzza. Però puzzo abbastanza anche io, quindi la cosa non mi disturba più di tanto. E poi l'alto bipede di solito quando si fa vedere lo fa per farmi un sacco di coccole. E questo è principalmente il motivo per cui mi piace. O piaceva.
L'alto bipede è una presenza piuttosto saltuaria nei pressi dell'affare morbido e bianco. Tanto per farvi capire, diciamo che tra una sua apparizione e l'altra la luce che si vede fuori dalla finestra che sta sopra l'affare bianco e morbido si accende e si spegne per 20 o 30 volte circa. L'alta bipede, invece, è una presenza pressochè costante nei pressi dell'affare bianco e morbido. In realtà ultimamente scompare anche lei, ogni tanto, e le sue sparizioni sono anch'esse intervallate da 20 o 30 (circa) accensioni-e-spegnimenti della luce che sta fuori dalla finestra. Proprio come nel caso delle apparizioni dell'alto bipede! (ma le due cose non sono mai simultanee). Però secondo me questa è solo una coincidenza. Anzi, mi riprometto sempre di farmi meno pippe mentali con queste robe numerologiche e di dedicarmi serenamente e a tempo pieno alle mie tre attività principali. Senza tanti grilli per la testa.
Comunque, come dicevo prima, l'alto bipede a volte scompare.
Il mio sospetto è che quando l'alto bipede non sta nei pressi dell'affare bianco e morbido, è perché l'alta bipede lo chiude dentro alla zona proibita, dove io non posso entrare. La zona proibita è una zona dove io non posso entrare. C'è una porta, vicino all'affare bianco e morbido, e questa porta dà sulla zona proibita, dove io non posso entrare. Una volta, in realtà, sono entrata di nascosto (l'alta bipede si era dimenticata la porta aperta) e non è che abbia capito bene per quale motivo la zona proibita sia così proibita. È molto simile alla zona dell'affare morbido e bianco, ed ha anch'essa un affare morbido e bianco, solo molto più grande di quello dove dormo io. Quindi proprio non capisco. Boh.
Insomma, quando l'alto bipede non c'è e io ho voglia di extra-coccole provo a chiamarlo grattando sulla porta che dà sulla zona proibita (dove io non posso entrare). Per ora non sono mai riuscita a farlo uscire, e l'alta bipede, quando mi vede grattare, mi urla sempre qualcosa cha suona come: "Gatt! Oh! È appa rigi!!!".
"Gatt! Oh!" è un'espressione che i bipedi usano molto spesso. Davvero spessissimo. Credo sia una specie di intercalare, ma non ne ho mai capito il significato esatto. "È appa rigi!" non so proprio cosa voglia dire. Davvero, non ne ho la più pallida idea.
FINE PARENTESI SULL'ALTO BIPEDE
Bene, come dicevo, la mia vita era tranquilla sull'affare bianco. È stata sempre molto tranquilla, dal giorno in cui sono arrivata. Che è molto molto tempo fa. Centinaia e centinaia di accendi-e-spegni fuori dalla finestra sono trascorsi da quel giorno.
Poi, qualche giorno fa, ho iniziato ad avere problemi coi bipedi.
Ma adesso sono stufa. E ho sonno. Sono in piedi da più di un'ora. Adesso cago, mangio du' croccantini e vado a dormire. E questa roba dei problemi coi bipedi ve la racconto la prossima volta.
Vostra,
U.
martedì 24 aprile 2012
Sostituzione (temporanea) alla guida del blog più popolare d'Italia
Carissimi, a causa di infiniti problemi logistici faccio fatica a trovare il tempo di scrivere. Per questo motivo ho pensato di passare temporaneamente la guida del blog a U., che avete avuto modo di conoscere qualche post fa (in realtà nell'ultimo post, mi pare).
U. è la gatta di L., e L. è QSDDCÈLMD.
Il tempo per scrivere lei ce l'ha, dato che a parte dormire, mangiare e cagare* non fa nulla tutto il giorno.
U. ha dei problemi di otite, e bisogna metterle delle gocce nelle orecchie più volte al giorno.
Anche L. soffre di otite, e deve vaporizzarsi della roba nel naso ogni volta che vola.
Le mie orecchie, invece, stanno benissimo.
Vi saluto tutti, dal prossimo post sarete in compagnia di U., spero sia all'altezza di questo blog.
______________
* Dopo il successo di vendite di Eat, love, and pray si potrebbe pensare a pubblicarne la versione felina: Eat, shit, and sleep. Che idea. Sono un genio.
U. è la gatta di L., e L. è QSDDCÈLMD.
Il tempo per scrivere lei ce l'ha, dato che a parte dormire, mangiare e cagare* non fa nulla tutto il giorno.
U. ha dei problemi di otite, e bisogna metterle delle gocce nelle orecchie più volte al giorno.
Anche L. soffre di otite, e deve vaporizzarsi della roba nel naso ogni volta che vola.
Le mie orecchie, invece, stanno benissimo.
Vi saluto tutti, dal prossimo post sarete in compagnia di U., spero sia all'altezza di questo blog.
______________
* Dopo il successo di vendite di Eat, love, and pray si potrebbe pensare a pubblicarne la versione felina: Eat, shit, and sleep. Che idea. Sono un genio.
martedì 17 aprile 2012
Ansia è (o?) essere vivi?
Avete presente quando uno resta travolto da tutto quanto e gli sembra che tutto si muova troppo velocemente e che ci siano sempre più cose da fare tra adesso e domani e che le cose da fare man mano che uno le fa crescano invece di diminuire e allora uno dice ma cazzo ma com'è possibile da dove sbucano queste altre cose da fare che prima non c'erano e come farò uno si dice ad andare a letto prima di domani mattina con la coscienza pulita se devo ancora farle tutte quante e poi...
Che cazzo.
Basta.
Sono a Barcellona.
Ora faccio la cosa più urgente. [Ripetere ad alta voce* la presentazione che devo dare domani mattina].
Poi quella più bella. [Chiamare L. e chiederle come sta l'otite della sua (e presto anche mia) bianchissima gatta U.].
Poi esco coi miei bellissimi amici A., J., J., G., V. e forse pure un'altro J. (tantissimi J.).
E 'fanculo a tutto il resto.
Faccio bene?**
_______________________
* Come un cretino.
** Manoel in cerca di conferme.
lunedì 16 aprile 2012
Trasloco
Cari tutti,
una breve comunicazione di servizio. Tra poco, per circa un mese, questo blog trasloca in Grecia. Creta, per l'esattezza.
Spero di trovare il tempo di postare regolarmente.
In questo senso, commenti e incoraggiamenti da parte vostra saranno estremamente apprezzati.
Buon inizio settimana,
Manoel
P.S. stavo per firmare col mio vero nome, che coglionazzo...
una breve comunicazione di servizio. Tra poco, per circa un mese, questo blog trasloca in Grecia. Creta, per l'esattezza.
Spero di trovare il tempo di postare regolarmente.
In questo senso, commenti e incoraggiamenti da parte vostra saranno estremamente apprezzati.
Buon inizio settimana,
Manoel
P.S. stavo per firmare col mio vero nome, che coglionazzo...
sabato 14 aprile 2012
P.S. statistiche al post precedente
OK, colto da attacco di nerd-aggine (con la "n")*, pubblico un po' di statistiche riguardanti il mio post precedente. Gli autori dei miei 20 libri preferiti sono così suddivisi per nazionalità.
Americani: 11
Italiani: 4
Canadesi: 2
Francesi: 2
Tedeschi: 1
Occhio però che Herman Hesse a un certo punto è diventato svizzero.
Si nota una marcata propensione per la letteratura americana, nel senso di statunitense (11 libri su 20) e una schiacciante maggioranza dell'america del nord (13/20). Un vagito di patriottismo (4 libri italiani su 20, un quinto del totale), e un sostanziale affetto per l'Europa.
Asia, Africa e Sudamerica totalmente assenti.
Dovrò rimediare.
Invece, l'anno di pubblicazione** è distribuito in questo modo.
1930-1939: 2
1949-1949: 1
1950-1959: 2
1960-1969: 5
1970-1979: 2
1980-1989: 4
1990-1999: 2
2000-2009: 1
2010-2019: 1
Vincono gli anni '60, incalzati dagli anni '80. C'e' da notare però che due casi di pubblicazione postuma influenzano parecchio la statistica. Il libro di John Kennedy Toole e' stato pubblicato nei primissimi anni '80, 11 anni dopo il suicidio del suo giovanissimo autore (1969). Inoltre, 1933 was a bad year (di Fante) è anch'esso postumo e pubblicato negli anni '80. Quindi gli anni '80 perdono 2 punti, gli anni '60 ne guadagnano (almeno) uno e quindi stravincono.
Sono un tipo anni '60?
Boh.
___________
* Quasi tutti gli scienziati sono nerd. Io sono uno scienziato. E non sonoª uno scienziato particolare.
** Anno di prima pubblicazione del libro.
_____________
ª Purtroppo?
Americani: 11
Italiani: 4
Canadesi: 2
Francesi: 2
Tedeschi: 1
Occhio però che Herman Hesse a un certo punto è diventato svizzero.
Si nota una marcata propensione per la letteratura americana, nel senso di statunitense (11 libri su 20) e una schiacciante maggioranza dell'america del nord (13/20). Un vagito di patriottismo (4 libri italiani su 20, un quinto del totale), e un sostanziale affetto per l'Europa.
Asia, Africa e Sudamerica totalmente assenti.
Dovrò rimediare.
Invece, l'anno di pubblicazione** è distribuito in questo modo.
1930-1939: 2
1949-1949: 1
1950-1959: 2
1960-1969: 5
1970-1979: 2
1980-1989: 4
1990-1999: 2
2000-2009: 1
2010-2019: 1
Vincono gli anni '60, incalzati dagli anni '80. C'e' da notare però che due casi di pubblicazione postuma influenzano parecchio la statistica. Il libro di John Kennedy Toole e' stato pubblicato nei primissimi anni '80, 11 anni dopo il suicidio del suo giovanissimo autore (1969). Inoltre, 1933 was a bad year (di Fante) è anch'esso postumo e pubblicato negli anni '80. Quindi gli anni '80 perdono 2 punti, gli anni '60 ne guadagnano (almeno) uno e quindi stravincono.
Sono un tipo anni '60?
Boh.
___________
* Quasi tutti gli scienziati sono nerd. Io sono uno scienziato. E non sonoª uno scienziato particolare.
** Anno di prima pubblicazione del libro.
_____________
ª Purtroppo?
Lo scaffale
A casa mia c'è un caminetto. Anzi due.
Ma il caminetto di cui vi voglio parlare è quello nell'angolo della sala.
Non l'ho mai usato, e non so neppure se sia funzionante (qualsiasi cosa questo significhi per un caminetto).
Sopra l'architrave del caminetto, davanti alla cappa, c'è una fila di libri.
C'è la fila dei libri.
I libri essenziali.
Quelli irraggiungibili.
Quelli a cui penso più spesso, quelli che racconto a tutti fino a che la gente non si stufa e mi dice basta, basta parlare sempre di questo libro.
Lo scaffale a volte cambia. A volte alcuni libri vengono declassati dallo scaffale alla libreria normale, altri vengono promossi. Altri ci restano. Sempre.
Credo sia una questione di immagini che sento mie.
Come il giovane Holden Caulfield che va al museo di storia naturale di New York e per la strada vede una di quelle pozzanghere dove la benzina fa l'arcobaleno. O Cidrolin che cancella mille volte la scritta "assassino" che qualcuno si ostina a scrivere sul cancello della sua casa. O Cosimo che si arrampica su un albero per non scenderne mai più. O Solomon Gursky che, ancora ragazzino, attraversa i ghiacci del Canada in slitta.
E il velo di Madame Psychosis. E gli allievi dell'ETA che strizzano instancabilmente palle da tennis con la mano sinistra. Mario che mette a quadrato pollici e indici per simulare una ripresa. E la bottiglia di Wild Turkey. La bottiglia di Wild Turkey appoggiata sul banco della cucina, di fianco al microonde che ha fatto esplodere la testa di James Incandenza.
E Hal. Hal Incandenza. Con John Wayne e Donald Gately. Persi nella grande convessità. Che dissotterrano la testa di suo padre.
E qui, solo per voi, farò uno sforzo supplementare e vi dirò quali sono, tra i libri essenziali, i miei 20 preferiti (in ordine cronologico, dal primo all'ultimo che ho letto).
A dir la verità non ce ne sono molti di più, sullo scaffale.
Eccoli.
I titoli sono un po' originali e un po' tradotti, a seconda di cosa vedo se alzo gli occhi verso il caminetto.
1) J. D. Salinger, Il giovane Holden
2) J. D. Salinger, Franny e Zooey
3) Herman Hesse, Il giuoco delle perle di vetro
4) Italo Calvino, Il barone rampante
5) Italo Calvino, Cosmicomiche
6) Italo Calvino, Lezioni americane
7) Robert M. Pirsing, Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta
8) John Kennedy Toole, A confederacy of dunces
9) J. Fante, Chiedi alla polvere
10) Dave Eggers, A heartbreaking work of staggering genius
11) Raymond Queneau, Le fleurs bleus
12) J. Fante, 1933 was a bad year
13) Mordecai Richler, La versione di Barney
14) Mordecai Richler, Solomon Gursky è stato qui
15) David Foster Wallace, Infinite Jest
16) Jonathan Franzen, Freedom
17) Carlo Emilio Gadda, La cognizione del dolore
18) Celine, Viaggio al termine della notte
19) Kurt Vonnegut, Slaughterhouse five
20) Kurt Vonnegut, Breakfast of Champions
Ma il caminetto di cui vi voglio parlare è quello nell'angolo della sala.
Non l'ho mai usato, e non so neppure se sia funzionante (qualsiasi cosa questo significhi per un caminetto).
Sopra l'architrave del caminetto, davanti alla cappa, c'è una fila di libri.
C'è la fila dei libri.
I libri essenziali.
Quelli irraggiungibili.
Quelli a cui penso più spesso, quelli che racconto a tutti fino a che la gente non si stufa e mi dice basta, basta parlare sempre di questo libro.
Lo scaffale a volte cambia. A volte alcuni libri vengono declassati dallo scaffale alla libreria normale, altri vengono promossi. Altri ci restano. Sempre.
Credo sia una questione di immagini che sento mie.
Come il giovane Holden Caulfield che va al museo di storia naturale di New York e per la strada vede una di quelle pozzanghere dove la benzina fa l'arcobaleno. O Cidrolin che cancella mille volte la scritta "assassino" che qualcuno si ostina a scrivere sul cancello della sua casa. O Cosimo che si arrampica su un albero per non scenderne mai più. O Solomon Gursky che, ancora ragazzino, attraversa i ghiacci del Canada in slitta.
E il velo di Madame Psychosis. E gli allievi dell'ETA che strizzano instancabilmente palle da tennis con la mano sinistra. Mario che mette a quadrato pollici e indici per simulare una ripresa. E la bottiglia di Wild Turkey. La bottiglia di Wild Turkey appoggiata sul banco della cucina, di fianco al microonde che ha fatto esplodere la testa di James Incandenza.
E Hal. Hal Incandenza. Con John Wayne e Donald Gately. Persi nella grande convessità. Che dissotterrano la testa di suo padre.
E qui, solo per voi, farò uno sforzo supplementare e vi dirò quali sono, tra i libri essenziali, i miei 20 preferiti (in ordine cronologico, dal primo all'ultimo che ho letto).
A dir la verità non ce ne sono molti di più, sullo scaffale.
Eccoli.
I titoli sono un po' originali e un po' tradotti, a seconda di cosa vedo se alzo gli occhi verso il caminetto.
1) J. D. Salinger, Il giovane Holden
2) J. D. Salinger, Franny e Zooey
3) Herman Hesse, Il giuoco delle perle di vetro
4) Italo Calvino, Il barone rampante
5) Italo Calvino, Cosmicomiche
6) Italo Calvino, Lezioni americane
7) Robert M. Pirsing, Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta
8) John Kennedy Toole, A confederacy of dunces
9) J. Fante, Chiedi alla polvere
10) Dave Eggers, A heartbreaking work of staggering genius
11) Raymond Queneau, Le fleurs bleus
12) J. Fante, 1933 was a bad year
13) Mordecai Richler, La versione di Barney
14) Mordecai Richler, Solomon Gursky è stato qui
15) David Foster Wallace, Infinite Jest
16) Jonathan Franzen, Freedom
17) Carlo Emilio Gadda, La cognizione del dolore
18) Celine, Viaggio al termine della notte
19) Kurt Vonnegut, Slaughterhouse five
20) Kurt Vonnegut, Breakfast of Champions
giovedì 12 aprile 2012
Chi l'avrebbe mai detto
Finché non rubo io nella lega, non ruba nessuno.
Umberto Bossi, 1989
Allora.
Riassumiamo.
Umberto Bossi:
- ha un diploma da perito tecnico elettronico preso alla scuola per corrispondenza Radio Elettra ma nel sito web della Camera dei Deputati e della Lega Nord è scritto che ha la maturità scientifica.
- nel 1975 è iscritto al Partito Comunista e dai documenti risulta registrato in qualità di medico, ma non ha mai conseguito il titolo abilitante alla professione. Ha anche fatto credere alla moglie (quella di allora) di essersi laureato, mentre non lo era affatto. E la sorella Angela, infuriata per averlo dovuto mantenere per anni avrebbe dichiarato in un'intervista: "Stiamo parlando di uno che ha organizzato tre feste di laurea senza mai essersi laureato".
- ha in principio negato di essere mai stato militante comunista, per poi ammetterlo.
- il 5 gennaio 1994, in piena tangentopoli, Bossi ammetterà di aver ricevuto un finanziamento illecito per la Lega. Duecento milioni di lire dalla Montedison. Viene condannato a 8 mesi, condanna confermata in appello e cassazione.
- ha mostrato il dito medio alle telecamere di quasi tutte le tv italiane, ha rilasciato dichiarazioni in canottiera, ha sostenuto di volersi pulire il culo col tricolore, da avere i fucili pronti per la rivoluzione* e tutta una serie di altre prelibatezze raffinatissime.
- nel 1995 organizza una pagliacciata lungo le rive del Po con tanto di ampolle sacre e riti celtici. In tale occasione, dopo aver ammainato la bandiera italiana e issato quella padana dichiara l'indipendenza della Repubblica Federale della Padania. Poi crea pure il parlamento del Nord. Viene preso così poco sul serio (purtroppo, a mio avviso) che nessuno fa nulla per impedirglielo.
- ha sostenuto più volte che Berlusconi fosse mafioso e poi ci si è alleato.
- usa il partito per piazzare i suoi parenti. Ha un figlio che è stato bocciato più volte alla maturità (per colpa dei professori terroni, ovviamente) che è diventato (anzi, è stato fatto diventare) consigliere regionale in Lombardia, mentre il fratello di Bossi (in possesso di un diploma di licenza media inferiore) ha fatto per molti anni l'assistente parlamentare di un eurodeputato leghista.
Bene.
Adesso per cortesia qualcuno mi spiega come mai i Leghisti son tutti così infuriati e sorpresi per gli ultimi scandali che hanno travolto Bossi & Co.? Cosa c'è di così nuovo e sorprendente?
E per cortesia qualcuno mi spiega in base a cosa qualcuno ancora difende Bossi? O, nel migliore dei casi, afferma che sia stato raggirato? (E poi, scusate, ma raggirato da chi?)
Comunque il problema non è Bossi. Purtroppo. Il problema siamo noi. Ma questo è un discorso lungo ed è quasi ora di pranzo.
_______________
* sto andando a memoria, non metto le fonti, scusate.
mercoledì 11 aprile 2012
Cose d'altri tempi
D. è nato in un paesino nella campagna vicino a Lione. Poi è cresciuto, è andato a studiare in giro per la Francia e l'Europa e quando è tornato al paesino nella campagna vicino a Lione si è accorto che di campagna non ce n'era più. Allora si è spostato più a nord, dove di campagna se ne trova ancora e si è comprato un grande casolare semidistrutto in un paesino di 120 abitanti. Lo ha restaurato e ci è andato a vivere.
Ho fatto davvero fatica a non commuovermi quando D. mi ha raccontato che qualche anno fa i 120 abitanti del paesino, sapendo che D. si trovava in difficoltà economiche e che stava pensando di vendere il casolare, hanno deciso di fare una colletta e prestargli un sacco di soldi per farlo restare nel paesino. Perché aveva ristrutturato un bel casolare e si era integrato bene nella vita del paese. Due ottimi motivi per aiutarlo a restare.
I nonni di D., invece, sono ancora al paesino nella campagna vicino a Lione. Il nonno ha lavorato per quarant'anni come operaio alla fabbrica della Renault. Ogni mattina, per quarant'anni, un autobus lo è andato a prendere al paesino, lo ha portato in fabbrica al mattino, e lo ha riportato a casa la sera. Ogni mattina il nonno di D. si incamminava verso l'autobus con in mano il sacchetto con dentro il pranzo, che consumava in fabbrica. E, a parte il paesaggio che poteva sbirciare dai finestrini del bus, non vedeva nient'altro che la fabbrica di giorno e il paesino la notte e nei weekend.
Durante le ferie il nonno di D. si dedicava all'orto. Senza mai togliersi di dosso la tuta blu da operaio, che ha continuato a usare come vestito da ogni occasione anche quando è andato in pensione. D. sostiene di non aver mai visto suo nonno, nemmeno una volta, senza la tuta blu da operaio.
I nonni di D. non sono mai andati in vacanza da nessuna parte, sono stati a Lione una volta, una sola, per andare all'ospedale a trovare un amico ammalato. E basta. Non hanno mai dormito una notte fuori dal loro paesino, e siccome vivono nella casa che era dei genitori della nonna di D., quest'ultima ha dormito tutte le notti della sua vita sotto lo stesso tetto.
Hanno un orto grandissimo, i nonni di D., e anche qualche animale, e sono quasi indipendenti. Comprano solo il sale e poche altre cose nei negozi del paesino. Tutto il resto lo fanno da sé.
Tra un paio di mesi D. si sposa. Si sposa nel paesino dove vive ora, lontano dal paesino in cui è nato. D. si sposa ma i suoi nonni non ci saranno. Si sono scusati mille volte, e sono davvero dispiaciuti. Ma andare al suo matrimonio sarebbe impossibile senza restare una notte fuori casa, e quella è una cosa che proprio non possono fare.
Me li immagino già il giorno del matrimonio, lui in tuta blu e lei un po' preoccupata che gli chiede chissà, chissà se sta andando tutto bene, chissà che bella la sposa, chissà se D. è già sposato.
Ho fatto davvero fatica a non commuovermi quando D. mi ha raccontato che qualche anno fa i 120 abitanti del paesino, sapendo che D. si trovava in difficoltà economiche e che stava pensando di vendere il casolare, hanno deciso di fare una colletta e prestargli un sacco di soldi per farlo restare nel paesino. Perché aveva ristrutturato un bel casolare e si era integrato bene nella vita del paese. Due ottimi motivi per aiutarlo a restare.
I nonni di D., invece, sono ancora al paesino nella campagna vicino a Lione. Il nonno ha lavorato per quarant'anni come operaio alla fabbrica della Renault. Ogni mattina, per quarant'anni, un autobus lo è andato a prendere al paesino, lo ha portato in fabbrica al mattino, e lo ha riportato a casa la sera. Ogni mattina il nonno di D. si incamminava verso l'autobus con in mano il sacchetto con dentro il pranzo, che consumava in fabbrica. E, a parte il paesaggio che poteva sbirciare dai finestrini del bus, non vedeva nient'altro che la fabbrica di giorno e il paesino la notte e nei weekend.
Durante le ferie il nonno di D. si dedicava all'orto. Senza mai togliersi di dosso la tuta blu da operaio, che ha continuato a usare come vestito da ogni occasione anche quando è andato in pensione. D. sostiene di non aver mai visto suo nonno, nemmeno una volta, senza la tuta blu da operaio.
I nonni di D. non sono mai andati in vacanza da nessuna parte, sono stati a Lione una volta, una sola, per andare all'ospedale a trovare un amico ammalato. E basta. Non hanno mai dormito una notte fuori dal loro paesino, e siccome vivono nella casa che era dei genitori della nonna di D., quest'ultima ha dormito tutte le notti della sua vita sotto lo stesso tetto.
Hanno un orto grandissimo, i nonni di D., e anche qualche animale, e sono quasi indipendenti. Comprano solo il sale e poche altre cose nei negozi del paesino. Tutto il resto lo fanno da sé.
Tra un paio di mesi D. si sposa. Si sposa nel paesino dove vive ora, lontano dal paesino in cui è nato. D. si sposa ma i suoi nonni non ci saranno. Si sono scusati mille volte, e sono davvero dispiaciuti. Ma andare al suo matrimonio sarebbe impossibile senza restare una notte fuori casa, e quella è una cosa che proprio non possono fare.
Me li immagino già il giorno del matrimonio, lui in tuta blu e lei un po' preoccupata che gli chiede chissà, chissà se sta andando tutto bene, chissà che bella la sposa, chissà se D. è già sposato.
domenica 8 aprile 2012
Mille scuse, mille scuse
Questo è un post di scuse. Per la mia lunga e totalmente ingiustificata assenza.
Scusatemi.
Davvero. Scusatemi.
Come se non bastasse, avevo appena vinto un premio* in qualità di blogger affidabile, e invece di ringraziare con una profusione di post egocentrissimamente riconoscenti mi son dileguato nel nulla per più di una settimana.
Sono un mostro.
Un mostro.
Lo so.
Questa assenza perlomeno è servita a capire quanto ancora mi manchi per diventare famosissimo, e a fare un censimento dei miei lettori. La situazione può essere riassunta così.
1) I miei lettori, in realtà, sono lettrici. Le lettrici/commentatrici più assidue sono, in rigorosissimo ordine alfabetico, Alex V., Midori e Natalia P. Tutte e tre lavorano sotto copertura, credo. Poi c'e' S., unico uomo a seguirmi ogni giorno (credo), nonché l'unico che fino ad ora abbia scoperto la mia vera identità. E poi c'è QSDDCÈLMD, quelloschiantodidonnacheèlamiadonna, ovvero L..
Quindi, almeno 5 persone mi leggono ogni giorno. Sospetto ce ne sia qualcuna in più di così, ma è difficile fare statistiche.
I followers sono 10. Pochissimi. Cazzo. Specialmente se si considera che la popolazione mondiale si stà avvicinando ai sette miliardi...
2) Le persone che arrivano sul mio blog tramite google ci arrivano in svariati modi, che mi fanno oscillare tra la perplessità totale e assoluta (ragazze di fiumicino che fanno video porno, preti vecchi con suore vecchie porno, eccetera...) alla piena e completa fiducia nel meccanismo di indicizzazione di google (Infinite Jest, Salinger, aeroporto fiumicino, libri belli ecc...).
3) Durante la mia settimana di assenza gli accessi giornalieri sono passati da una media (molto approssimativa) di 25 a circa 10. Il che significa che postare aumenta di un fattore 2.5 gli accessi.** Ad ogni modo, mi sembrano molto pochi. Ri-cazzo.
Vabbè. Non mi perdo certo d'animo. Sarò presto famoso. Famosissimo. Sulla bocca di tutti. Eccetera.
Dai, da domani ricomincio a postare regolarmente.
____________________
* Ebbene sì, i blogger più inesperti e ancora in fase orale si scambiano premi tra loro. Il piacere che si prova nel ricevere tali premi è di pocoª superiore all'imbarazzo che si prova nel realizzare quanto il premio stesso ci provochi piacere.
** Ebbene sì, sono un nerd.
_____________________
ª Pochissimo.
Scusatemi.
Davvero. Scusatemi.
Come se non bastasse, avevo appena vinto un premio* in qualità di blogger affidabile, e invece di ringraziare con una profusione di post egocentrissimamente riconoscenti mi son dileguato nel nulla per più di una settimana.
Sono un mostro.
Un mostro.
Lo so.
Questa assenza perlomeno è servita a capire quanto ancora mi manchi per diventare famosissimo, e a fare un censimento dei miei lettori. La situazione può essere riassunta così.
1) I miei lettori, in realtà, sono lettrici. Le lettrici/commentatrici più assidue sono, in rigorosissimo ordine alfabetico, Alex V., Midori e Natalia P. Tutte e tre lavorano sotto copertura, credo. Poi c'e' S., unico uomo a seguirmi ogni giorno (credo), nonché l'unico che fino ad ora abbia scoperto la mia vera identità. E poi c'è QSDDCÈLMD, quelloschiantodidonnacheèlamiadonna, ovvero L..
Quindi, almeno 5 persone mi leggono ogni giorno. Sospetto ce ne sia qualcuna in più di così, ma è difficile fare statistiche.
I followers sono 10. Pochissimi. Cazzo. Specialmente se si considera che la popolazione mondiale si stà avvicinando ai sette miliardi...
2) Le persone che arrivano sul mio blog tramite google ci arrivano in svariati modi, che mi fanno oscillare tra la perplessità totale e assoluta (ragazze di fiumicino che fanno video porno, preti vecchi con suore vecchie porno, eccetera...) alla piena e completa fiducia nel meccanismo di indicizzazione di google (Infinite Jest, Salinger, aeroporto fiumicino, libri belli ecc...).
3) Durante la mia settimana di assenza gli accessi giornalieri sono passati da una media (molto approssimativa) di 25 a circa 10. Il che significa che postare aumenta di un fattore 2.5 gli accessi.** Ad ogni modo, mi sembrano molto pochi. Ri-cazzo.
Vabbè. Non mi perdo certo d'animo. Sarò presto famoso. Famosissimo. Sulla bocca di tutti. Eccetera.
Dai, da domani ricomincio a postare regolarmente.
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* Ebbene sì, i blogger più inesperti e ancora in fase orale si scambiano premi tra loro. Il piacere che si prova nel ricevere tali premi è di pocoª superiore all'imbarazzo che si prova nel realizzare quanto il premio stesso ci provochi piacere.
** Ebbene sì, sono un nerd.
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ª Pochissimo.
martedì 3 aprile 2012
Mi serve più tempo
Scusatemi.
Mi serve più tempo.
Nel frattempo potete continuare a lamentarvi e/o strapparvi i capelli.
Mi mancate anche voi.
Mi serve più tempo.
Nel frattempo potete continuare a lamentarvi e/o strapparvi i capelli.
Mi mancate anche voi.
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